Cronaca

Acli, incontro col Vescovo La hall di Cremona abbellita dai quadri del viadanese Mora

Un momento di confronto importante, quello di mercoledì nel tardo pomeriggio, anche per lo stesso Napolioni, che ha detto di porsi con grande spirito di ascolto e di dialogo, anche in vista dei prossimi appuntamenti istituzionali in cui incontrerà amministratori della città, proponendo alcune riflessioni.

CREMONA – Il Vescovo Antonio Napolioni e le Acli: un incontro che già si tenne durante il congresso provinciale del 2016 dal titolo “Non avere paura del futuro”, che ora però è stato rinsaldato da questo appuntamento non a caso fissato prima del Natale. E’ stata la prima volta, in via ufficiale va detto, che il Vescovo di Cremona, insediato ormai da un paio di anni, ha incontrato tutte le Acli provinciali, nella cittadella di via Cardinal Massaia a Cremona.

Un momento di confronto importante, quello di mercoledì nel tardo pomeriggio, anche per lo stesso Napolioni, che ha detto di porsi con grande spirito di ascolto e di dialogo, anche in vista dei prossimi appuntamenti istituzionali in cui incontrerà amministratori della città, proponendo alcune riflessioni su varie tematiche. Prima fra tutte, trattandosi di Acli, quella del lavoro. In questo senso il Vescovo ha ricordato come l’ultima Settimana Sociale, alla quale ha preso parte a Cagliari nei giorni scorsi, sia stata la terza su 48 edizioni a parlare proprio di lavoro. “La prima fu nel 1946 e nacque la Costituzione, la seconda nel 1970 e nacque lo Statuto dei Lavoratori, ora mi auguro che possa essere data una nuova scossa pure dal mondo cristiano” ha detto Napolioni.

Introdotto dal saluto di Carla Bellani, presidente provinciale delle Acli, e da don Antonio Agnelli, assistente ecclesiastico che ha ricordato la visita di Papa Francesco a Bozzolo, il momento certamente più forte e più d’impatto dell’intero anno solare che va a chiudersi, il Vescovo Antonio ha fornito un dato preoccupante: “Otto miliardi di euro, ossia mezza finanziaria, ogni anno vengono spesi da persone disperate per cartomanti, oroscopari, maghi e fattucchiere. Significa che anche noi, come Chiesa, abbiamo sbagliato qualcosa. Rinuncerei volentieri al miliardo di arriva dall’otto per mille, per recuperare almeno un miliardo di questi otto”.

Da qui la riflessione sull’importanza di collegare il tema del lavoro alle parrocchie, realizzando campi scuola negli oratori, dato che questa era del resto la visione oratoriale di San Giovanni Bosco. Non a caso il rinfresco a fine giornata è stato preparato dagli allievi panificatori dell’Enaip, la scuola professionale di Acli che si trova proprio in cittadella. Gli interventi dal pubblico non sono mancati: da Claudio Pellegrini, Paolo Segalla Paolo e Paolo Paroni della Presidenza Acli, a Marisa Rosa del Circolo di Martignana di Po, a Isa Gorini del Circolo di Cornaleto, a Fabrizio Aroldi del Circolo di Casalmaggiore, dove a breve partirà lo sportello lavoro.

Infine il saluto di Antonio Vezzosi, che ha lanciato l’idea di intitolare un circolo Acli a don Luisito Bianchi, per la gratuità della sua opera e del suo dono, e poi ha introdotto il pittore naif Franco Mora, uno dei più quotati nel suo settore, residente a Viadana. Mora ha regalato tre quadri, che concettualmente appaiono come tre murales, di 13 metri quadrati complessivi. Rappresentano l’aia, il fiume e la pianura, i tre elementi citati da Papa Francesco a Bozzolo riprendendo don Primo Mazzolari. Nel fiume, poi, si trova l’ombrello rovesciato, firma di Mora, una sorta di Arca di Noè che rappresenta la speranza di salvezza. Così come i bambini, sempre in rilievo nei suoi quadri, simbolo di speranza nel futuro. I quadri abbelliranno la hall di ingresso, dove migliaia di persone, di tutte le etnie e religioni, quotidianamente si rivolgono ad Acli.

Giovanni Gardani

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...