Cronaca

La montagna-terapia del CPS e la storia di Mira: tutto nella serata del 12 aprile

L’operatore del centro Maiocchi è guida amante della montagna ma soprattutto esperta e questo, con l’appoggio del Cai Cremona, è essenziale per aiutare i ragazzi che partecipano a gruppi di otto anche nei momenti di fatica o di crisi.

CASALMAGGIORE – Sentieri di libertà e Verso l’Alto. Il primo è il titolo della serata organizzata per giovedì 12 aprile a Casalmaggiore in Auditorium Santa Croce; il secondo invece il nome del gruppo escursionistico del Centro Psico Sociale attivo sempre nel comune casalese. Un progetto partito vent’anni fa e cresciuto passo dopo passo grazie all’interesse della dottoressa Daniela Borella e di Umberto Maiocchi, che ha seguito i ragazzi nelle loro escursioni in montagna. Proprio di questo, infatti, si tratta.

Giovedì mattina in sala giunta il percorso che sfocerà nella serata del 12 aprile è stato presentato dai due assessori comunali, alle Pari Opportunità Sara Valentini e alla Cultura Pamela Carena, da Borella e Maiocchi e da Claudia Barbieri dell’associazione Mia che appoggia l’iniziativa assieme al Club Alpino Italiano. Una proposta, dunque, con tanti enti e associazioni coinvolte. La dottoressa Borella ha ricordato come il Centro Psico Sociale svolga attività ambulatoriale e residenziale e come la montagna-terapia sia divenuta nel tempo una risorsa importante. “Non abbiamo inventato nulla – ha spiegato Maiocchi – ma abbiamo ripreso una terapia che funziona a livello nazionale trapiantandola nel nostro territorio”. L’operatore del centro Maiocchi è guida amante della montagna ma soprattutto esperta e questo, con l’appoggio del Cai Cremona, è essenziale per aiutare i ragazzi che partecipano a gruppi di otto, numero perfetto per queste escursioni, anche nei momenti di fatica o di crisi.

Parliamo di persone con disabilità in genere psichiche, che però grazie a queste esperienze riescono ad aprirsi al mondo, ad entrare in contatto con la natura e con il piacere dello sforzo, persino con le bizze del meteo, se è il caso, conoscendo percorsi nuovi. Non una semplice gita, ma una programmazione che mette al centro l’ospite del Centro Psico Sociale rendendolo protagonista. E un cammino che diviene poi, da reale e concreto, introspettivo, aiutando a conoscere se stessi. Camminare specie in montagna, infatti, è stato ripetuto, fa pensare e aiuta ad apprezzare ogni passo e ogni respiro.

L’obiettivo è quello di uscire dalla staticità fisica e mentale, di educarsi al bello e cogliere emozioni e corresponsabilità, perché si arriva sempre alla fine del percorso con le proprie gambe. Durante il percorso, nelle pause, e alla fine di ogni tappa la scrittura autobiografica nella forma del diario ha aiutato i partecipanti a comprendere i propri pensieri e a condividerli, mentre negli ultimi 3-4 anni queste escursioni sono passate anche dal soggiorno in rifugio, esperienza mai banale. Le uscite annuali sono 10-12 e queste sono state riassunte in un video di 10 minuti che sarà proiettato proprio per la serata del 12 aprile, presentando così il progetto da anni attivato dal Centro casalese.

Il piatto forte sarà poi la proiezione del film “Mira”, in accordo col Trento Film Festival, il più importante del mondo sul tema della montagna, che parla di una donna nepalese cresciuta come skyrunner e giunta così alla sua condizione di emancipazione e riscatto pure in condizioni difficili. Da qui la presenza di Mia, associazione che da sempre segue le donne vittime di violenza di genere, aiutandole nel percorso di rinascita passo dopo passo. Proprio come accaduto a Mira e come la pellicola ben racconta.

Giovanni Gardani

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