Le "purghe" leghiste partono dall'Oglio Po: provvedimenti per Fava e i suoi fedelissimi
Il clima che si respira dopo le elezioni e l’ottimo risultato ottenuto dalla Lega di Matteo Salvini (diverse, per carattere e obiettivi, rispetto a quella che ispirò la prima Lega Nord) è quello che accompagna una sorta di epurazione.

La resa dei conti all’interno della Lega Nord mantovana parte dal comprensorio Oglio Po: i nomi sul “banco degli imputati” per quanto concerne il direttivo provinciale virgiliano, infatti, sono tutti collegati al territorio viadanese. Il primo è ovviamente quello di Gianni Fava, assessore all’Agricoltura uscente di Regione Lombardia, dopo di che vi sono il fedelissimo Cedrik Pasetti, già segretario provinciale, oltre a Marco Pasquali di Sabbioneta. Marco Prandini e Massimo Zera sono invece esponenti leghisti più legati a Mantova città.
Il clima che si respira dopo le elezioni e l’ottimo risultato ottenuto dalla Lega di Matteo Salvini (diverse, per carattere e obiettivi, rispetto a quella che ispirò la prima Lega Nord fondata da Umberto Bossi e difesa strenuamente da Fava e dai suoi) è quello che accompagna una sorta di epurazione. Per questo a essere colpiti dalle decisioni della Lega di Mantova sono esponenti della minoranza interna: Pasetti è stato destituito, per cominciare, dalla carica di segretario della circoscrizione Oglio Po, con Lorena Ghezzi di Sabbioneta nominata al suo posto come commissario. Per Fava, Pasetti, Prandini e Zera sono stati richiesti provvedimenti disciplinari dal direttivo centrale. Una lettera di richiamo (“ammonizione” meno grave delle precedenti) è giunta anche al sabbionetano Marco Pasquali.
Di fatto l’accusa per i quattro militanti (cinque con Pasquali) è di avere tenuto un comportamento scorretto durante la campagna elettorale dello scorso febbraio e marzo, con appoggio pubblico a candidati diversi da quelli leghisti (leggi Matteo Masiello di Fratelli d’Italia) o pesanti critiche a Salvini e ad altri esponenti leghisti locali vicini al leader attuale del Carroccio nazionale. Facebook, in particolare, è stato il pomo della discordia, dato che la documentazione acquisita dal segretario provinciale Antonio Carra si rifà proprio a vari riferimenti e pensieri espressi dagli esponenti della minoranza interna sui social network, con attacchi, tra gli altri, ai candidati scelti dalla Lega di Mantova Andrea Dara e Alessandra Cappellari. Una situazione non semplice, che parte dall’Oglio Po, evidentemente feudo di una minoranza che prova a resistere nonostante le “purghe”, storicamente più legate a un’altra parte politica distante anni luce dalla Lega, che dovrebbero a breve arrivare da Mantova…
G.G.