Cultura

"Ginettaccio" emoziona ancora: a Piadena serata alla scoperta di Bartali, Grande tra i Giusti

Non sono mancate tante curiosità: dal rapporto con Coppi, di profonda stima al di là della rivalità costruita dai giornali; al rapporto dei due campioni con Cremona; chiudendo con la famosa fotografia, un clamoroso tarocco. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

PIADENA – Un computer e l’arte della parola, oggi, per riscoprire una grande storia, dove lo sport, il ciclismo, è al contempo protagonista e comparsa, quando sul proscenio ci sono vita e salvezza. Una bicicletta e quei muscoli, quei pedali, all’epoca, per salvarne centinaia, di vite.

Gino Bartali e la sua vicenda sportiva e umana, martedì sera a Piadena nella sala conferenze del Museo Archeologico Platina, sono state varate con aneddoti e curiosità da Pierluigi Torresani, appassionato dello sport cremonese a qualsiasi livello e ottimo conoscitore e scopritore, anche, di archeologia sportiva. La serata ha visto la presenza, tra il pubblico, del sindaco Ivana Cavazzini, degli assessori Maurizio Bastoni e Fulvio Notari e del consiglio Andrea Cantoni, oltre al recordman di presenze con la Cremonese Luciano Cesini, ed è stata una fucina di aneddoti e curiosità. Che, riferendosi ad episodi accaduti negli anni ’40, sembrano lontani nel tempo e invece risultano più che mai attuali.

La riprova? Il Giro d’Italia in corso è partito lo scorso 4 maggio da Gerusalemme, perché Bartali nel 2013 è stato inserito tra i nomi che fanno parte del Giardino dei Giusti. “Ginettaccio”, infatti, in bicicletta, nascondeva nella sella e nella canna del velocipede alcune foto di ebrei da salvare, circa 900, e li portava dalla sua Toscana in una stamperia a Perugia, dove venivano prodotti documenti falsi che consentivano poi agli stessi ebrei di scampare all’Olocausto.

E se questo è stato il tema principale della serata dal titolo, appunto, “Bartali: un Grande tra i Giusti”, che sarà ripetuta venerdì in Fondazione a Sospiro, ecco che non sono mancate tante altre curiosità: dal rapporto con Fausto Coppi, di profonda stima al di là della rivalità costruita dai giornali, tanto che Bartali doveva essere il ds di Coppi nella stagione in cui poi il Campionissimo morì di malaria; al rapporto dei due campioni con Cremona, con la partecipazione alla classica notturna, subito dopo il Giro d’Italia, del Circuito degli Assi, dove i due scattarono una foto storica con il meccanico di Cremona Franco Priori, per tutti “Pinza d’oro”. Chiudendo con quella famosa fotografia, un clamoroso tarocco, secondo Torresani: il fotografo finì infatti la pellicola al momento dello scambio – a proposito è Coppi a prendere da Bartali la borraccia – e il giorno dopo chiese ai due di rimettersi in posa per riprodurre lo scatto immortale.

Giovanni Gardani

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