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Noi scrittori della Diotti, Lola la Bambolina vince il primo premio, ma vincono tutti

Primo posto per "Lola, la bambolina dagli occhi di colore azzurro come il cielo di Chiara Baruffaldi, secondo posto per "Il proiettile dell'amicizia" di Enrica Raffaella Cerati e terzo per "La Stanza Segreta" di Margherita Soragna

Chiara Baruffaldi (1° premio)

 

Enrica Raffaella Cerati (2° premio)
Margherita Soragna (3* posto)

CASALMAGGIORE – Tre vincitori, sei segnalati ma, in fondo, hanno vinto tutti. 17 componimenti in concorso per il premio ‘Noi ragazzi della Diotti’. 17 componimenti che pubblicheremo nei prossimi giorni. Storie fantasy o intimiste, thriller o in stretta connessione con l’attualità. Questa mattina, nell’aula Magna della Scuola Media Diotti le premiazioni con la lettura dei primi tre.

“La premiazione della prima edizione del Concorso noi scrittori della Diotti – spiega Giovanna Anversa, che ha fatto parte della commissione giudicatrice con Cinzia Dall’Asta, Liliana e Nazzareno – è stato un momento di forte emozione. Come è stato detto tutti i partecipanti hanno vinto. Ci siamo trovati davanti a composizioni eccellenti per argomento, fantasia, cuore e capacità espressiva. Riteniamo che il mondo degli adulti debba conoscere l’anima di questi grandi nostri figli. Ragazzi che vanno dagli 11 ai 13 anni hanno saputo insegnare qualcosa a noi, noi signori di false certezze, che loro han saputo mettere in discussione e, in alcuni loro componimenti, anche demolire. Ascoltiamo i nostri ragazzi, diciamo loro che sono bravi, che vogliamo conoscere la loro opinione, diciamo loro che li amiamo. Grazie a Cinzia Dall”Asta che ha accolto l’idea, a tutti gli insegnanti e le insegnanti che hanno condiviso”.

Primo posto per “Lola, la bambolina dagli occhi di colore azzurro come il cielo di Chiara Baruffaldi, secondo posto per “Il proiettile dell’amicizia” di Enrica Raffaella Cerati e terzo per “La Stanza Segreta” di Margherita Soragna.

Segnalati: Storia di una amicizia proibita (in quanto unica poesia, per altro bella), Diamante e la pietra nera (fiaba più originale, la principessa salva regno e principe), Capelli sotto al berretto (olocausto trattato all’interno di una storia verosimile), Bianco Come… (decisamente il più originale), Ho un sogno (spontaneo, sentito, genuino, intenso vero e tema sociale importante), L’arcobaleno (per l’originalità dell’associazione colori-sentimenti-emozioni).

Questi i ragazzi che hanno scritto. A piccoli passi – Vittoria Gorni. Bianco come – Elisabetta Cortellazzi. Capelli sotto al berretto – Araldi Martina.  Credici – Alice Scaravonati. Diamante e la pietra nera – Monica Cavalli. Ho un sogno – Allegra Braganti. Il proiettile dell’amicizia – Cerati Enrica  Raffaella. La bicicletta gialla – Beatrice Cantarelli. La stanza segreta – Beatrice Soragna. L’arcobaleno – Federica Schiattarella. Lola, la bambolina dagli occhi di colore azzurro come il cielo – Chiara Baruffaldi. La sposa bambina – Beatrice Fava. Non sempre l’adolescenza è come immaginiamo – Monaco Teresa. Oltre ogni divisione – Raffaella Cirillo. Una strana sera al circo – Carlotta Mazzoni. Il libro magico di peter – Stefano Lin e Storia di una amicizia proibita – Clelia Cirillo.

Pubblichiamo il testo del racconto primo classificato, nei prossimi giorni pubblicheremo tutti gli altri.

LOLA, LA BAMBOLINA DAGLI OCCHI DI COLORE AZZURRO COME IL CIELO di Chiara Baruffaldi (1A)

In un grande capannone alla periferia di Pechino c’erano tante ragazze tra i dieci e i quindici anni che lavoravano molte ore al giorno per confezionare delle bambole di pezza. Erano tutte molto tristi perché erano costrette a lavorare tutto il giorno, senza tregua e senza scambiarsi una parola. Al termine della lavorazione le bamboline finivano in uno scatolone. Tra tutte, una risaltava perché aveva gli occhi ricamati con un filo di colore più chiaro rispetto alle altre e questo la rendeva più bella perché sembrava che avesse nei suoi occhi il cielo. La bambina che, al termine della catena dei lavori, le aveva messo addosso il vestito, se ne accorse e la riprese in mano per guardarla bene. Voleva tenerla con sé perché era molto diversa da lei che aveva invece gli occhi scuri e a mandorla, ma non aveva il tempo per giocare, doveva lavorare fino a tarda sera. Arrivava a casa stremata e subito si addormentava, come succedeva a tutte le altre che lavoravano in quel luogo.

A malincuore la ragazzina ripose la bambolina nello scatolone insieme con le altre e la salutò facendole l’occhiolino e augurandole un grosso in bocca al lupo. Lo scatolone fu chiuso e dopo un lungo viaggio la bambolina finì sullo scaffale di un grande magazzino di Milano insieme a tante altre. Quegli occhi di colore azzurro come il cielo attirarono l’attenzione di una nonnina che era in cerca di un regalo per la sua nipotina. Subito venne acquistata e fu una grande gioia per la piccola che si affezionò così tanto che le diede anche un nome: Lola. Ci fu subito grande intesa tra le due perché entrambe avevano gli occhi dello stesso colore.

La bambina, di nome Letizia, passava tutti i pomeriggi con la bambolina, la teneva sempre con sé e diventò la sua migliore amica. Le faceva confidenze e con lei si sentiva meno sola: infatti, era figlia unica, la mamma e il papà lavoravano e trascorreva tutti i pomeriggi con la nonna. Ma un giorno, come premio per i bei voti presi a scuola, arrivò in regalo a Letizia un cellulare. Da quel momento Lola venne messa su uno scaffale e vi rimase a prendere polvere per lungo tempo. La bambolina era molto triste perché era rimasta sola e vedeva che la sua padroncina aveva sempre in mano il cellulare ed era sempre molto nervosa e agitata. A casa non si impegnava più a fare i compiti come una volta. Il tempo passava e Letizia non si curava più di Lola, tanto che la nonna decise di spedirla insieme ad altri pupazzi nel Burkina Faso dove sicuramente avrebbe fatto
felici tanti bambini che non hanno giocattoli.

Lola, dopo tanti giorni passati al buio e al caldo dentro a un cassone, riuscì finalmente a vedere di nuovo la luce. Vide tanti bambini e bambine sorridenti con le mani alzate in attesa di ricevere un dono. Finalmente Lola finì tra le braccia di una bellissima bimba con i capelli cortissimi e molto ricci e con gli occhi color nocciola. Sembrava non avesse mai visto un giocattolo in vita sua perché stringeva quella bambolina forte forte al petto e non voleva più separasi da lei. Lola sentì una voce dolce, ma squillante che diceva: “Ciao, d’ora in poi tu sarai la compagna dei miei giorni e spero tu sia felice di stare al mio fianco… Saremo amiche per la pelle, ma soprattutto ci divertiremo un mondo insieme e ti assicuro che non ti abbandonerò mai!”. Dopo queste parole corse a casa gridando: “Mamma, mamma, ti faccio conoscere la mia nuova amichetta!”.

Ora la bambolina di pezza si sentiva veramente felice. Era sempre al centro dell’attenzione perché trascorreva ogni giorno insieme a tutte le bambine del villaggio che le volevano molto bene. C’era sempre chi le sistemava i capelli facendole delle treccine oppure chi le aggiustava i vestiti o chi le preparava da mangiare. Con il tempo lei e anche il suo vestitino si sgualcivano sempre di più, ma a lei non importava, bastava soltanto sentirsi amata. Si sentiva fortunata perché aveva qualcuno che si prendeva cura di lei e inoltre poteva guardare il cielo, ogni giorno, quando voleva.

 

Nazzareno Condina

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