Arte

Altro caso di esadattilia in Val Rendena. A parlarcene il casalasco Franco Manfredi

Nel Casalasco oltre alla Madonna con la Rosa, in cui il Gesù infante è raffigurato con sei dita del piede, c'è il frate nel dipinto della Madonna della Chiesa di Motta San Fermo. In questo secondo caso, sei sono le dita della mano

CASALMAGGIORE – Un caso di esadattilia in Val Rendena. A segnalarcelo, ancora una volta, un casalasco che in quelle zone passa le vacanze e che – come per la Chiesa della Fontana, ha scoperto l’ennesima curiosità. Un Cristo, con sei dita nel piede destro.

“Questa volta a Pinzolo – racconta Franco Manfredi – nella Chiesa di San Vigilio, famosa in tutto il mondo per la Danza macabra.

Nella campagna di Soràno, leggermente discosta dagli abitati di Pinzolo e di Baldino, in prossimità di Carisòlo, circondata dal cimitero sorge l’antica chiesa di San Vigilio, risalente al X secolo, famosa per la Danza macabra dipinta da Simone Baschènis”. Così inizia la narrazione di Giuseppe Ciaghi nel pregevole volume “L’antica chiesa racconta”, distribuito dall’Amministrazione Comunale di Pinzolo a tutte le famiglie. Ed è proprio con il prof. Giuseppe Ciaghi e con il Dottor Ulisse Bocchi, noto esperto d’arte e collezionista antiquario, abituale ospite di Madonna di Campiglio, che una mattina mi trovavo all’interno della chiesa ad ammirare per l’ennesima volta i tanti affreschi che ornano le pareti, veri documenti a testimonianza della fede dei nostri avi. Stavo osservando l’ultimo affresco, a destra sulla parete sud, opera di Angelo Baschenis (1450 – 1490), che raffigura il Cristo risorto in atto di ascendere al cielo, attorniato da angioletti che lo guardano con stupore e ammirazione.

Anche in questa occasione non posso passare oltre senza contare quante sono le dita. Le impronte lasciate sulla pietra presentano cinque dita per ciascun piede, tutto normale. La sorpresa, ancora una volta, è nel piede destro dell’effigie di Cristo. Le dita sono sei ! Controlliamo assieme l’immagine sul libro del prof. Ciaghi e la conferma è inequivocabile. La quaterna, in val Rendena, è fatta. Se consideriamo anche gli altri casi nella campagna tra Casalmaggiore e Sabbioneta c’è anche la cinquina, ma sono su un’altra cartella. Per fare tombola mancano ancora tanti numeri.

Le parole di Andrea Carandini, Presidente del FAI, riprese da Giacomo Bonazza su Il Giornale delle Giudicarie, mi avevano convinto a continuare la ricerca: “I beni [artistici] sono cadaveri, che devono essere resuscitati per farli entrare in un rapporto vivo con noi. Bisogna risvegliarli dal loro sonno, come fece Gesù con Lazzaro… Tesori artistici…da risvegliare all’attenzione dei giudicaresi…  E così si mette in moto la ruota del valore culturale, il quale si riverbera, in seconda istanza, come economico. L’arte va risvegliata come la Bella addormentata. Quante belle addormentate, siano esse pale d’altare, sculture, architetture, sono lì ad aspettare il fatidico bacio, pronte a essere finalmente raccontate?” E, vorrei aggiungere, quanti casi di esadattilia nell’arte sacra sono lì ad aspettare il fatidico bacio, pronti a essere finalmente raccontati?”.

L’esadattilia è un’anomalia che vede la presenza di un dito ulteriore ad una mano o a un piede (registrati anche casi di un dito in più ad entrambe le mani, celebre il caso di Gary Sobers, giocatore di cricket indiano che aveva entrambe le mani polidattili). Come tutte le anomalie, nella storia antica, secondo una delle interpretazioni accademiche, aveva dato adito a leggende e superstizioni. Inizialmente le sei dita erano considerate come segno del demonio. La considerazione – per alcuni studiosi, anche se permane l’elemento di mistero – cambiò a partire dal ‘400. Non più segno del demonio, ma tangibile ‘sigillo’ del disegno divino, un segno del destino per quelli destinati ad una mirabile storia. E’ da quel periodo che nell’iconografia religiosa si cominciano a manifestare rappresentazioni caratterizzate dalle sei dita, con un significato ‘positivo’. Le troviamo – oltre che nei luoghi segnalati da Manfredi – nello sposalizio della Vergine (Perugino) e nel dipinto conosciuto con lo stesso nome di Raffaello, nella Madonna con Bambino di Timoteo Viti.

Nel Casalasco oltre alla Madonna con la Rosa, in cui il Gesù infante è raffigurato con sei dita del piede, c’è il frate nel dipinto della Madonna della Chiesa di Motta San Fermo. In questo secondo caso, sei sono le dita della mano.

Nazzareno Condina

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