Legambiente, in un anno persi 600 ettari di campi agricoli. Incremento annuo, Cremona ai minimi regionali
"In mancanza – dichiara Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia – di strumenti e norme di chiaro indirizzo degli investimenti del settore delle costruzioni, rischiamo di assistere ad una ripresa della bolla di espansione delle periferie".
Sono Lombardia e Veneto le regioni italiane in cui si consuma più suolo in Italia, ed è nella macroregione del Nord, includendo anche Piemonte ed Emilia Romagna, che si perde oltre la metà del territorio agricolo nazionale, per trasformarlo in nuove urbanizzazioni e infrastrutture. E’ questo il campanello d’allarme che suona il nuovo rapporto di ISPRA che fotografa le trasformazioni del territorio avvenute tra il 2016 e il 2017.
Se a livello nazionale siamo ancora in presenza dell’onda lunga della crisi immobiliare, con ritmi di consumo di suolo 4 volte più bassi rispetto a quelli misurati in periodo pre-crisi, nel Nord del Paese i segnali sono meno confortanti, e fanno intravedere, denuncia Legambiente, il rischio molto concreto che, di fronte a una ripresa della domanda abitativa, possa tornare ad esplodere la bolla del cemento facile dell’espansione di nuove periferie. In Lombardia in particolare nell’ultimo anno si sono persi oltre 600 ettari di campi agricoli: in pratica è come se fosse sorta dal nulla una cittadina delle dimensioni di Saronno.
Nel dettaglio, la nostra provincia ha consumato al 2017 19.980 ettari, settimo dato regionale in termini di valore assoluto, ma con un incremento dello 0,12% rispetto all’anno precedente: solo Lecco, Varese e Como hanno avuto un aumento minore. A farla da padrona è Brescia che con i suoi 55.139 ettari è la provincia che ha “rubato” più suolo davanti a Milano (50.384) che però ha fatto registrare l’incremento maggiore rispetto al 2016 di tutta la Lombardia: 121%.
“In mancanza – dichiara Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia – di strumenti e norme di chiaro indirizzo degli investimenti del settore delle costruzioni, rischiamo di assistere ad una ripresa della bolla di espansione delle periferie, proprio a partire dalle regioni che più beneficiano della ripresa economica. E’ questo il momento per affrontare percorsi di riforma delle norme che, per quanto riguarda la nostra regione, devono accompagnare il rilancio dell’edilizia del riuso degli spazi delle città, nel nome della qualità urbana e dell’efficienza energetica”.
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