Economia

Mantova e Provincia, dilaga il sommerso turistico: + 44% in due anni. Auspicato inasprimento controlli

Delle 602 inserzioni che riguardano alloggi mantovani presenti su Airbnb.it 309 (51,33%) sono riferiti ad interi appartamenti; 403 (66,94%) sono disponibili per più di sei mesi; 367 (60,96%) sono gestiti da host

Quasi raddoppiato in due anni il numero degli alloggi mantovani messi in vendita su Airbnb. Ad agosto 2018, infatti, nella nostra provincia risultavano disponibili sul noto portale 602 alloggi, in crescita del 44,02% rispetto ad agosto 2016, quando erano pubblicizzati 418 locali. E’ quanto emerge da un rapporto sulla shadow hospitality di Federalberghi Confcommercio, consegnato questa mattina al Ministro del Turismo Gian Marco Centinaio, che contiene uno spaccato della situazione nelle varie province italiane.

“Sono state censite le strutture parallele che vendono camere in rete – spiega il direttore di Confcommercio Nicola Dal Dosso – mettiamo questo elenco a disposizione di tutte le autorità competenti, auspicando un inasprimento dei controlli”.

Delle 602 inserzioni che riguardano alloggi mantovani presenti su Airbnb.it 309 (51,33%) sono riferiti ad interi appartamenti; 403 (66,94%) sono disponibili per più di sei mesi; 367 (60,96%) sono gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio. Dall’analisi di queste emergono quindi quattro grandi bugie che smascherano il falso stereotipo del gestore che accoglie l’ospite in casa propria: non è vero che si tratta di forme integrative del reddito: sono attività economiche a tutti gli effetti, che molto spesso fanno capo ad inserzionisti che gestiscono più alloggi; non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare: la maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno; non è vero che si tratta di attività occasionali: la maggior parte degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno; non è vero che le nuove formule compensano la mancanza di offerta: gli alloggi presenti su Airbnb sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali.

“Ne consegue che il consumatore è ingannato due volte – afferma Dal Dosso – viene tradita la promessa di vivere un’esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività (in spregio alle norme sulla sicurezza), del mercato. Si pone inoltre con tutta evidenza un problema di evasione fiscale e di concorrenza sleale, che danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza”.

“I dati confermano che il sommerso turistico è un fenomeno che riguarda anche la nostra provincia, con una velocità di diffusione allarmante – dichiara Gianluca Bianchi, presidente di Federalberghi Confcommercio Mantova – La maggior parte degli alloggi mantovani in affitto sul portale Airbnb sono senza licenza. E questo significa un danno enorme per l’industria turistica, e un rischio concreto per la pubblica sicurezza e per gli ospiti stessi: nella nostra provincia potenzialmente si possono ospitare oltre duemila persone nel completo anonimato, alla faccia delle norme antiterrorismo”.

“Occorre isolare chi fa ricettività al di fuori dalle regole, e contrastare la concorrenza sleale generata delle strutture che operano nell’illegalità” dichiara Teresa Bustaffa, presidente dell’associazione b&b e strutture extralberghiere di Confcommercio.

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