Invasione di cimici, nel mantovano danneggiati dal 10 al 40% dei raccolti
Settembre, in particolare, ha fatto registrare temperature superiori di 1,82 gradi e precipitazioni inferiori del 61% alla media storica di riferimento (1971-2000), sulla base dei dati Isac Cnr relativi ai primi nove mesi dell'anno.

Il caldo anomalo delle ultime settimane in Lombardia ha provocato una proliferazione delle cimici che stanno danneggiando soia, mais e frutta. Lo evidenzia in una nota la Coldiretti che stima una percentuale del 20% di prodotti agricoli colpiti dalla cimice marmorata asiatica, particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari per volta. La diffusione in Italia di questi insetti, che nel nostro Paese non hanno antagonisti naturali, è stata favorita da temperature al di sopra delle medie, in un 2018 che, secondo l’associazione, si classifica fino ad ora come l’anno più bollente dal 1800. Settembre, in particolare, ha fatto registrare temperature superiori di 1,82 gradi e precipitazioni inferiori del 61% alla media storica di riferimento (1971-2000), sulla base dei dati Isac Cnr relativi ai primi nove mesi dell’anno.
Invasi anche i vivai della Bassa Bergamasca e diversi frutteti con gravi conseguenze per mele e pere. In provincia di Lecco danni diffusi si sono registrati sulle colture orticole e frutticole, mentre in alcuni areali del Comasco i danni su soia, mais, legumi e ortofrutta hanno superato il 70%; è andata meglio a chi ha potuto proteggere i frutteti con le reti. Infatti, la lotta in campagna per ora può avvenire solo attraverso protezioni fisiche a difesa delle colture perché per motivi sanitari non è possibile importare insetti antagonisti dalla Cina.
Nel Mantovano è stato danneggiato il 10 per cento della soia; per quanto riguarda la frutta, sui peschi il danno arriva anche al 30-40%, mentre sui peri scende al 20% e sui meli al 10. La cimice marmorata, il cui nome scientifico è Halyomorpha halys – precisa la Coldiretti, è originaria dell’Asia orientale, in particolare di Paesi come Taiwan, Cina e Giappone. È solo l’ultimo dei parassiti alieni che con i cambiamenti climatici hanno invaso l’Italia, provocando all’agricoltura e alle grandi coltivazioni di soia e di mais nel nord Italia danni stimabili in oltre un miliardo.
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