Arte

La Sacra Famiglia in mostra a Martignana. Un interessante percorso emozionale

L’ingresso è libero e la chiesa è aperta al pubblico tutti i giorni feriali dalle 17 alle 19.30 e nei giorni festivi dalle 8.30 alle 12 e dalle 16 alle 18. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

MARTIGNANA DI PO – La Sacra Famiglia nelle rappresentazioni che adornavano (e adornano) le case contadine. Di quando le immagini religiose erano sulle testate dei letti o in qualche angolo della casa. Qualcuna recuperata da qualche soffitta, altre restaurate di recente, una decina almeno di realizzazione ottocentesca. Testimonianze di fede, quella della gente comune, espressa sovente in stampe incorniciate preziosamente da cornici che a volte valgono – in termini economici – più delle rappresentazioni contenute. La Sacra Famiglia della tradizione contadina, raccolta in un’affascinante mostra nella chiesa parrocchiale di Martignana di Po. 77 opere, una 60ina di proprietà di famiglie locali, altre provenienti da Gussola, Viadana, Casalmaggiore, Cizzolo. Una – tra le più preziose – proveniente da Verona.

“La Sacra Famiglia. Nella tradizione delle nostre case”. Questo il titolo della mostra, aperta il 28 dicembre scorso, che si chiuderà il 12 gennaio, allestita all’interno della Chiesa Parrocchiale di S. Lucia di Martignana di Po (Via Libertà 24/A) da un’idea del Circolo Acli ‘Enrico Anelli’, in collaborazione con le Associazioni di volontariato, Circolo Noi ‘Don Giuseppe Mori’, Associazione di Protezione civile ‘Le Aquile’ e Trasbusters. Allestita da Cesarino Rosa (presidente ACLI), Idrio Soldi (vice presidente ACLI), Marisa Rosa (segretaria ACLI), Antonio Vezzosi, Enore Soldi, Maurizio Stradiotti e Enzo Negroni (Aquile), Egidio Bellini, Jessica Lazzarini (Trasbusters) e Luigi Briselli.

L’idea è partita da una delle cappelle laterali della Chiesa, quella impreziosita dalle opere del pittore originario di Martignana di Po Tommaso Aroldi: “Il visitatore – spiega Antonio Vezzosi – può ammirare in particolare una delle cappelle dedicata a San Giuseppe, che costituiisce il centro ideale della mostra: in essa, infatti, sulle pareti e sulla volta sono raffigurati ben cinque episodi che hanno come protagonista la Santa Famiglia di Nazareth, tra cui il matrimonio di Maria e Giuseppe, la nascita di Gesù a Betlemme, la fuga in Egitto e il transito di San Giuseppe. Queste opere, dipinte nel 1902 dal pittore di origini martignanesi Tommaso Aroldi, saranno esplicate con una apposita brochure da ritirare all’ingresso”.

77 testimonianze di arte sacra che vanno dall’800 sino ai giorni nostri, alcune davvero molto interessanti anche dal punto di vista artistico, spiegate con passione e conoscenza dagli addetti alla mostra. Ognuna con un particolare significato. Un percorso ‘emozionale’ in un tempo che in gran parte non esiste più se non nei ricordi degli anziani. Una di quelle mostre in cui apprendere è solo una delle variabili in gioco. La cura delle cornici, i vari simboli nelle raffigurazioni sacre, lo spazio da lasciare all’immaginazione, immaginando un tempo di case contadine, di letti alti e raffigurazioni di una certa importanza sulle testate dei letti o in qualche angolo di casa in cui raccogliersi nella preghiera. La Sacra Famiglia a protezione della famiglia vivente, del focolare. Rappresentazioni che hanno visto la vita scorrere, di quando si partoriva e spesso si oriva in casa, di quando i momenti di preghiera erano momenti della quotidianità e della devozione. Schegge di una storia semplice che spesso non esiste più, se non nei ricordi e nelle testimonianze.

Poesia, devozione, tradizione, fede. Anche per chi fede ne ha poca o non ne ha affatto. Perché poi non è assolutamente necessario averne per apprezzare una mostra come questa che va a recuperare ‘tranches de vie’ delle famiglie, che ti permette, nell’immaginario, di entrare nella storia di tante di questi nuclei familiari, di recuperare un tempo perduto. Una sorta di ‘arca’ emozionale nella quale fare salire i pensieri e farli propri, in un tempo in cui la modernità è più importante di quello che resta indietro.

Ognuno può scegliere, a livello ‘emozionale’ quali sono le raffigurazioni che restano più dentro e alla fine quelle che avranno significato di più per i visitatori verranno premiate con una pergamena a ricordo.

“L’esposizione – spiega Vezzosi – chiuderà i battenti domenica 12 gennaio 2020. La domenica seguente, la mattina del 19 gennaio, al termine della Messa delle 10.30, saranno rese note le tre opere che avranno riscosso il maggior gradimento da parte del pubblico: ogni visitatore della mostra avrà infatti la possibilità, compilando un apposito modulo che gli verrà consegnato dagli addetti all’accoglienza, di votare sino ad un massimo di tre preferenze sulle opere esposte”.

L’ingresso è libero e la chiesa è aperta al pubblico tutti i giorni feriali dalle 17 alle 19.30 e nei giorni festivi dalle 8.30 alle 12 e dalle 16 alle 18.

Nazzareno Condina

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