Politica

Coronavirus, CNC, appello ad ATS: "Serve maggior supporto al Busi"

Insegnano nelle scuole militari che una grande qualità del soldato è saper improvvisare, perchè in guerra tutto è imprevisto, tragico, sconvolgente. Ma anche il soldato più adattabile ha bisogno di linee di comando chiare

CASALMAGGIORE – Un appello, soprattutto alle istituzioni (in particolar modo ATS) affinché si vegli sulla struttura di ricovero anziani della città, la Casa di Riposo Busi. Ed una nota di merito a chi, dall’inizio dell’emergenza, è impegnato nel lavoro nella struttura. CNC nella tarda serata di ieri ha reso noto un documento in cui, oltre al plauso per il lavoro di tutto il personale, si chiedono maggiori garanzie e sicurezza.

“In queste giornate – dice il documento – non si può che ringraziare coloro che si stanno impegnando alla cura degli altri con con un cosi alto spirito di sacrificio e tanta dedizione. Oltre alla situazione del nostro ospedale, dei nostri ospedali, vogliamo che l’attenzione sia massima anche su un altro fronte della emergenza, che è quello della Fondazione Busi. Il cda ed il personale stanno lavorando in condizioni di estrema difficoltà.

Vorremmo che la drammaticità della situazione non impedisse di far lavorare in condizioni di sicurezza chi assiste gli ospiti e che questi siano assistiti nel miglior modo possibile. In altre parole vorremmo che la battaglia a tutela di chi è già in condizioni di difficoltà per età e condizioni di salute non venga ritenuto fronte secondario.

Sappiamo che il Cda si è mosso, che le organizzazioni sindacali hanno inoltrato alla Regione le richieste di implementazione della misure di profilassi e tutela. Riteniamo che tutte le istituzioni, ed anche la politica, debbano tenere fermo il principio che in una società come la nostra, gli obiettivi sono – qualunque sia il costo economico – evitare il dramma di dover scegliere chi lasciar andare e lavorare in sicurezza, che oggi significa presidi individuali e tamponi ai numerosi dipendenti a casa in malattia.

Ci rivolgiamo dunque in particolare all’Ats affinché si relazioni con la struttura e la supporti.

Insegnano nelle scuole militari che una grande qualità del soldato è saper improvvisare, perchè in guerra tutto è imprevisto, tragico, sconvolgente. Ma anche il soldato più adattabile ha bisogno di linee di comando chiare.

Ebbene, al netto della necessaria capacità di adattarsi, un paese come il nostro non deve contare solo sulla capacità di adattamento di chi è mandato in trincea. Quelle strutture, quei ruoli dirigenziali, quelle divisioni di competenze ai quali va tutto il doveroso ossequio in tempi normali, deve essere oggi impegnato a dare gli strumenti ai suoi “soldati”.

Nazzareno Condina

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