Boccia: 'La ripartenza? sarà graduale da territorio a territorio'. Galimberti firma appello dei sindaci al governo
"Quando si deciderà di riaccendere il primo interruttore (il percorso sarà lento e graduale), penso di poter dire che avverrà in maniera diversa da territorio a territorio. Io mi sono sempre sforzato di omogeneizzare le risorse in tutto il territorio nazionale”.
Sindaci lombardi in teleconferenza con il Ministro agli Affari regionali Francesco Boccia, oggi pomeriggio a Milano, e tra di loro anche Gianluca Galimberti. Tra gli interventi su cui il ministero si è impegnato, quella della particolare situazione in cui si trovano province come Cremona, tra le più colpite dagli effetti sanitari e sociali del Coronavirus: “Per le province più ferite di altre bisognerà valutare approcci differenti. Ci sono parti del Paese che hanno soglie ragionevoli, una tenuta della sanità territoriale abbastanza sotto controllo ed altri territori invece abbastanza sofferenti. Dobbiamo uscire tutti da questa situazione. Il lavoro dei sindaci è complicato, non hanno strumenti e lo Stato li considera come sue braccia sul territorio: se le braccia non sono sono forti, non reggono, mai come ora dobbiamo essere vicini a loro”.
Boccia ha parlato anche della possibile ‘ripartenza’, auspicata dalle categorie economiche per dopo Pasqua, con apertura di tutte le attività produttive: “Sarei scorretto a dirvi una data. Quando ripartirà la nuova fase, allora sarà chiaro a tutti che la sanità pubblica sarà rafforzata per davvero… Quando si deciderà di riaccendere il primo interruttore (il percorso sarà lento e graduale), penso di poter dire che avverrà in maniera diversa da territorio a territorio. Io mi sono sempre sforzato di omogeneizzare le risorse in tutto il territorio nazionale”.
Proprio oggi il sindaco Galimberti ha firmato con altri 50 sindaci italiani un appello al Governo. “I Comuni italiani – ha annunciato attraverso Facebook – stanno dando una risposta straordinaria all’emergenza coronavirus, con i sindaci in prima linea su tutte le difficoltà sociosanitarie ed economiche. Ma non è chiara ancora a tutti la condizione economica drammatica dei Comuni. “I Comuni, così come le Province e le Città Metropolitane, stanno subendo la crisi esattamente come le imprese e le famiglie perché non hanno più entrare fiscali e tariffarie e le vedranno fortemente diminuite per tutto il 2020, con una possibilità di diminuzione anche sul 2021. Non riscuotono più le rette di nidi e asili, l’occupazione di suolo pubblico, le tariffe dei parcheggi, la Tari, la tassa di soggiorno etc. Stessa cosa avviene per le società partecipate, con ripercussioni sui bilanci dei Comuni. E, a differenza dello Stato, noi non possiamo fare bilanci in deficit. Serve nel decreto di aprile un’azione shock sugli enti locali, con almeno 5 miliardi di euro stanziati e poteri speciali per i sindaci nel 2020 per far ripartire i cantieri e velocizzare gli investimenti. Se saltano gli enti locali salta la coesione sociale e il Paese, mentre invece i sindaci devono diventare le 8 mila colonne sulle quali far poggiare la ricostruzione del Paese”.
g.b.