Economia

A giugno non arriveremo: il grido disperato di un'estetista e l'agonia del commercio

Sono ristoranti e bar, molti a conduzione familiare. Davano da vivere alle famiglie. Quelle che adesso dovranno attendere - e forse - un altro mese per poter sperare di ripartire. Se ne avranno la forza

Un mese di attesa. Un mese di spese, in casa come per l’attività. Perché le spese nessuno le ha mai fermate. Affitti, mutui tutto resta in groppa agli imprenditori che più sono piccoli e più sono a rischio di non riaprire più. Perentorio il presidente di Confcommercio Mantova Ercole Montanari. “Con questa fase 2 si rischia di far fallire migliaia di imprese, anche nel mantovano, e il collasso dell’economia, imprenditori e cittadini sono esasperati e disperati”. Parole che pesano come macigni sull’azione del governo, su quella di chi ha deciso tempi senza pensare a ‘paracadute’, senza riflettere sul fatto che oltre ai morti per virus il rischio, più che concreto, è che si debbano piangere altre migliaia di vittime.

Sono piccole attività commerciali. Sono i parrucchieri e le estetiste, sono i negozianti di abbigliamento, sono tutte quelle attività che non hanno neppure potuto beneficiare della possibilità di attutire il colpo mettendosi al riparo con la consegna a domicilio. Sono ristoranti e bar, molti a conduzione familiare. Davano da vivere alle famiglie. Quelle che adesso dovranno attendere – e forse – un altro mese per poter sperare di ripartire. Se ne avranno la forza. Perché gli aiuti – se ci sono stati – sono stati pochi, insufficenti.

“In queste condizioni – ha spiegato Carlo Sangalli, presidente Confcommercio – diventa vitale il sostegno finanziario alle aziende con indennizzi a fondo perduto che per adesso non sono ancora stati decisi. Bisogna invece agire subito e in sicurezza per evitare il collasso economico di migliaia di imprese. Chiediamo al presidente Conte un incontro urgente, anzi urgentissimo per discutere di due punti: riaprire prima e in sicurezza; mettere in campo indennizzi e contributi a fondo perduto a favore delle imprese. È un bilancio di una gravità senza pari. Ci sono intere filiere che in questi due mesi di blocco totale hanno cancellato i propri fatturati. Un vero e proprio dramma anche per tantissime attività del commercio, dei servizi, dei trasporti e delle professioni che hanno dovuto fermarsi e che corrono il rischio, più che concreto, di non riaprire più”.

Ieri a farsi sentire alcune estetiste del casalasco. Erano pronte a ripartire, avevano programmato sanificazione, si sarebbero attenute a tutte le norme per garantire il massimo della sicurezza possibile. Nei giorni scorsi alcune di loro si erano pure prodigate in gesti di solidarietà nei confronti del personale medico e infermieristico di ospedale e RSA di zona. Convinte che il 4 maggio avrebbe segnato anche per loro il passo. Così non è stato. Ieri interprete del disagio si è fatta Wendy Martins, titolare dell’estetica Venere di Casalmaggiore. Insieme a lei altri piccoli imprenditori hanno fatto circolare lo stesso messaggio, chiedendocene diffusione.

Al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Egregio Presidente del Consiglio, posso solo immaginare la quantità di difficoltà che si trova a dover affrontare in questo momento. Così come sono convinta che a sua volta saprà immaginare cosa significa per un parrucchiere o per un’estetista dover attendere OLTRE TRE MESI prima di riaprire la propria attività. Mi permetta, il mio è tutto fuorché egoismo di parte. LA MIA È UNA SUPPLICA. Rispettosa, ferma, chiara. Soprattutto motivata. Non mi metto a discutere le origini delle sue scelte, anche se a mio avviso è evidente quanto siano illogiche, incomprensibili, inaccettabili. Il suo decreto è lì a confermare che i presupposti per riaprire prima di giugno ci sono! Accetteremo le disposizioni, il rapporto 1:1 tutto ciò che ci chiederete di fare… ma una cosa, proprio non ce la deve chiedere, presidente. Perché lei ci sta chiedendo di CHIUDERE, di “CHIUDERE”, non di tenere chiuso! UN’IMPRESA SU TRE non è in grado di reggere l’impatto di un altro mese senza incassi! E attenzione, deve essere chiaro: SE LO STATO PREVEDESSE AIUTI CONCRETI, NON SAREI NEMMENO QUI A SCRIVERLE! Ma la situazione la conosciamo, e ahimè possiamo constatarla nei giorni che seguono ai suoi messaggi. Si rende conto che i costi continuano ad essere quasi gli stessi… e che per molte imprese 600 euro servono per coprire quelli di UN GIORNO? Inoltre, a che serve dilazionare i costi, quando i profitti sono stati annullati? Perché attendere giugno? Perché! Perché, oltre tutto, consegnare decine di migliaia di persone all’abusivismo incontrollato, che oltre a farsi beffe di lei e di chi le paga le tasse, striscia di casa in casa moltiplicando i rischi di contagio? Può davvero, Presidente, assumersi la responsabilità di far chiudere le imprese e far prosperare l’illegalità? Le chiedo di ascoltare con attenzione diretti interessati, associazioni e parti sociali. Le chiedo di restituire dignità ad un mestiere e a chi le chiede solo di poterlo svolgere, al più presto, nel pieno rispetto delle sue disposizioni. Le chiedo di mostrare coscienza, senso di responsabilità, e capacità strategica. Perché non si può distruggere in un trimestre ciò che è stato creato, spesso, con anni e anni di impegno, di passione, di dedizione. Le chiedo di estinguere quel senso di impotenza che ci soffoca e che può provocare danni incalcolabili, se non irreversibili, alle persone come alla società. Serve coraggio. Serve che lei faccia riaprire prima di giugno. Serve ridare speranza, forza, cuore, a chi merita un suo segnale concreto! SERVE RIAPRIRE. Nel rispetto delle regole e delle persone che certamente le sapranno rispettare. Serve generare fiducia, prima che venga smarrita per sempre… Con tutti i rischi che ciò potrebbe comportare e che si spinge ben oltre il coronavirus. Confido nella sua capacità di comprendere, di riflettere, di agire. Con rispetto, Imprenditrice della Bellezza. Azzini Wendy“.

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