Commercio, saldi ad agosto. Stanga: "Bene, ma negozi devono cambiare"
Tra polemiche e dubbi, intanto, i negozianti si preparano per ripartire, e con l’emergenza Covid cambia anche il modo di pensare il lavoro del retail, per andare incontro alle nuove esigenze della clientela.
Reazioni in chiaroscuro sulla decisione di posticipare i saldi estivi, che partiranno, data unica in tutta Italia, il 1 di agosto. La decisione, presa dalla Conferenza delle Regioni su sollecitazione degli assessori alle attività produttive. Positiva quindi la reazione di Confcommercio, che aveva addirittura chiesto l’avvio a settembre. “Siamo contenti dell’iniziativa anche se forse era ancora meglio settembre” evidenzia Marco Stanga, presidente di Federmoda Cremona (Confcommercio). “Credo che comunque agosto sia un ottimo compromesso. Considerando che apriremo il 18 maggio e molti pariranno già con scontistiche al 20-30%, crediamo sia un’ottima scelta. Luglio sarebbe stato decisamente troppo presto”.
Di tutt’altro parere invece Agostino Boschiroli, presidente di Confesercenti: “Ci fa sorridere che chi guida l’Italia pensi a far partire i saldi il primo agosto, quando ancora non sanno quando e come fare iniziare la stagione. Siamo all’11 mggio, il 18 maggio ci sono le cosiddette riaperture, e ad oggi ancora non sappiamo nulla su quello che dovrà essere”. Una bordata contro la politica nazionale, che oggi, con le associazioni di categoria, sembra non trovare un punto di dialogo: “Parliamo due lingue diverse” continua Boschiroli. “I politici dovrebbero chiedersi perché non ci sono ancora gli aiuti promessi e come mai non c’è una programmazione seria delle riaperture, non quando far partire i saldi. Forse coloro ci guidano non sono adatto al ruolo che ricoprono. Siamo stati abbandonati dallo Stato. Non lo abbiamo mai sentito così lontano come in questa circostanza”. Tra polemiche e dubbi, intanto, i negozianti si preparano per ripartire, e con l’emergenza Covid cambia anche il modo di pensare il lavoro del retail, per andare incontro alle nuove esigenze della clientela. Secondo Marco Stanga, “gli stili di vita dei clienti sono cambiati. Molti sono passati dall’essere jet-setter globali a organismi locali, e ora saranno alla ricerca di esperienze locali curate che li eccitino, li coinvolgano e li ispirino oltre i semplici bisogni transazionali”.
Insomma, un richiamo a “modificare completamente” la struttura del negozio al dettaglio. “Si andrà ad abbattere per un grande periodo la confortzone dell’imprenditore. Sono convinto che questo porterà l’imprenditore a scegliere se cambiare strategie o se chiudere” continua Stanga. La chiave del successo è “il cambio strategia veloce e frequente”. “Siamo obbligati a far ampliare le conoscenze tecnologiche (e non solo) del nostro personale di vendita” sottolinea ancora il presidente Federmoda. “Il cliente si aspetta l’applicazione immediata della tecnologia sui nostri negozi: l’utilizzo di webcam, strumenti di messaggistica istantanea, accesso al servizio di assistenza quasi h24 (l’intelligenza artificiale sarà nostra alleata) e molte altre tecnologie. La formazione ancora una volta dovrà essere la nostra alleata quotidiana, si apriranno anche scenari di crisi sul mondo della formazione: sarà difficile trovare formatori con conoscenze ampie, reali e aggiornate”.
Si allungherà anche il fenomeno del customerjourney ( processo d’acquisto) di tutti i clienti. Secondo Stanga, quindi, è necessario “attivare già da subito diversi sevizi, dal sistema di prenotazione per accedere in negozio al delivery rapido e soprattutto bidirezionale (gestione dei resi). Il settore dei retail è un settore che deve dare sempre più spazio ai professionisti e alle eccellenze. Dobbiamo eccellere nel nostro settore, dimenticando vecchi schemi, vecchie strategie e vecchi concetti. In poche parole potrei riassumere con un frase: sbloccare il potenziale dei negozi sarà la chiave per il successo del commercio unificato al dettaglio dopo Covid-19. Il negozio del futuro è il negozio del presente” conclude Stanga.
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