Scuola, sciopero l'8 giugno: 'Per ripartire servono investimenti straordinari'
Le organizzazioni sindacali, si legge ancora nel documento, sottolineano come sia “forte il timore per la riapertura delle scuole, mancando ad oggi un progetto chiaro e ben definito sulle modalità con cui tornare all’attività didattica in presenza”.
Nessuna disponibilità rispetto alla richiesta di un potenziamento degli organici del personale docente e ATA, mancato accoglimento di tutte le richieste avanzate dai sindacati in tema di limite di alunni, parametri di dimensionamento delle istituzioni scolastiche, messa in sicurezza degli edifici, promozione di norme che sottraggano i Dirigenti Scolastici “da responsabilità improprie in merito alla manutenzione degli edifici”, incremento delle risorse del FUN per la Dirigenza e di previsione di un concorso riservato agli assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA.
Per questo, come si legge in un documento unitario firmato da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gild Unams, è stato proclamato uno sciopero della scuola per lunedì 8 giugno. A Cremona, dalle 10.00 alle 12.00, si terrà dunque un presidio (nel rispetto delle prescrizioni di legge in tema di distanziamento sociale: previsti, proprio per creare assembramenti, una cinquantina di partecipanti) davanti alla Prefettura. La decisione di scioperare è stata assunta dai sindacati dopo l’incontro con il Ministero dell’Istruzione a seguito del tentativo di conciliazione chiesto dai sindacati a seguito della proclamazione dello stato di agitazione. “E’ indispensabile – sottolineano i sindacati – disporre di adeguate risorse economiche per consentire un necessario potenziamento degli organici sia per il personale docente che per il personale Ata.
Le organizzazioni sindacali, si legge ancora nel documento, sottolineano come sia “forte il timore per la riapertura delle scuole, mancando ad oggi un progetto chiaro e ben definito sulle modalità con cui tornare all’attività didattica in presenza”. Il personale della scuola, evidenziano i rappresentanti dei lavoratori, ha dato in questi mesi una “grande prova di responsabilità, senso civico, passione per il proprio lavoro: non possono essere queste le uniche risorse su cui far conto, è il momento che faccia fino in fondo la sua parte chi ha la responsabilità di governare il Paese”. Oggi, secondo i sindacati, si fa “ancor più pressante la necessità di ridare a istruzione e formazione la dovuta centralità nelle scelte politiche, perché il superamento dell’attuale emergenza, con un ritorno in piena sicurezza alle attività in presenza, segni anche per il sistema scolastico un momento importante di rinnovamento e di crescita”.
“Laddove – commenta Salvatore Militello, Segretario Generale della Cisl Scuola Asse Del Po – dopo tanti incontri richiesti e di tavoli che dessero indicazioni certe, non ci è rimasto altro che scioperare. Fisicamente le scuole sono vuote, ma non cambia quello che è il senso del personale, che può aderire allo sciopero anche se effettivamente sta lavorando in modalità telematica. E’ un modo per far sentire la propria voce, per dire che ci siamo: non è che perché siamo a casa abbiamo perso i nostri diritti”. Militello quindi conclude: “Il ministro deve capire che la scuola non si fa solo in smart working, ma in presenza e in sicurezza e anche per far capire come iniziare il prossimo anno ed entrare in sicurezza negli istituti. La scuola c’è ancora”.
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