Consumo suolo, la Lombardia si è mangiata 60 milioni di chili di prodotti agricoli in 7 anni
Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono – conlcude la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola
È di oltre 60 milioni di chili la perdita di produzione agricola stimata in 7 anni a causa del consumo di suolo in Lombardia. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti regionale sugli ultimi dati Ispra, secondo cui si stima che tra 2012 e 2019 in Lombardia il consumo di suolo si sia “mangiato” 43 milioni di chili di seminativi, 20 milioni di chili di foraggere, mentre per oliveti, frutteti e vigneti si sono persi meno di un milione di chili per ognuna di queste tipologie produttive.
A livello nazionale – spiega la Coldiretti – la perdita complessiva di produzione agricola dovuta al consumo di suolo è stimata in 3,7 milioni di quintali, per un danno economico di quasi 7 miliardi di euro in soli 7 anni, tra il 2012 e il 2019. La perdita di 250 milioni di chili di seminativi, di 71 milioni di chili di foraggere, di 26,6 milioni di chili dai frutteti, di 20 milioni di chili dai vigneti e di 9 milioni di chili dagli uliveti è particolarmente grave in una situazione in cui il grado medio di auto approvvigionamento dei prodotti agricoli in Italia, secondo l’analisi della Coldiretti, è sceso a circa il 75% con il Paese costretto ad importare ¼ degli alimenti di cui ha bisogno in un momento di grandi tensioni nel commercio internazionale a causa dell’emergenza coronavirus.
Al danno economico si aggiunge il fatto che su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono i cambiamenti climatici – sottolinea la Coldiretti – con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Il risultato – sostiene la Coldiretti – è che sono saliti a 7252 i comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra. In Lombardia i comuni con potenziale rischio idrogeologico medio alto sono l’84,4% del totale. Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono – conlcude la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola.
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