Viadana, Claudio Terzi (il Grande Fiume, con Minotti): "Servizio sanitario da potenziare"
Viadana deve riscoprire il ruolo che le spetta e le impone la sua collocazione geopolitica - chiude Terzi della lista "Grande Fiume" -- Un altro tema che ha a che fare con il benessere del nostro territorio
VIADANA – Gli argomenti della campagna elettorale, giorno dopo giorno, arrivano a toccare tutte le zone d’ombra della quotidianità viadanese, criticità a cui i candidati sindaco cercano di far fronte dopo averne constatato problemi e disservizi, prima da privati cittadini e poi in veste di potenziali amministratori cercando soluzioni.
Ogni lista in corsa, ad esempio, ha individuato nella sanità locale un ambito su cui intervenire con urgenza…
“Terminare le lotte e le divisioni partitiche o di schieramento ed – si legge nel comunicato stampa firmato dalla candidata Alessia Minotti – iniziare finalmente a concentrarsi sui problemi della comunità in vista di un futuro prossimo inevitabilmente reso incerto dalla permanente emergenza sanitaria ed economica legata al Covid. A lanciare il monito è il Dott. Claudio Terzi, candidatosi a supporto della Candidata a Sindaco della città Alessia Minotti, all’interno della lista Il Grande Fiume”.
Vivendo quotidianamente e da molti anni, in quanto medico di famiglia, la realtà sanitaria del nostro territorio, credo sia necessario potenziare i servizi della medicina locale conciliando costi e benefici – puntualizza il Medico Claudio Terzi – Non voglio assolutamente polemizzare, ma la flessione di tanti servizi è evidente a tutti. È necessario abbandonare divisioni partitiche o ideologiche per trovare una comunanza di intenti in merito ai problemi che riguardano la sanità: se una cosa ci ha insegnato l’esperienza del Covid, è l’importanza che ricoprono nella nostra vita i servizi necessari alla tutela della salute. Non mi riferisco soltanto all’ospedale Oglio Po, presidio da tutelare e rafforzare, ma anche a realtà che riguardano in particolare Viadana e frazioni.
Pensiamo all’ex ospedale di Viadana: ormai sempre più a rischio. Invece che proporre, uniti, la realizzazione del presidio ospedaliero territoriale che il Covid 19 ha riportato nel piano sanitario nazionale, si è andati a rimorchio del casalasco con la riproposizione di una lungodegenza riabilitativa abbandonata oramai tre anni fa. Superfluo ricordare che più di dieci anni fa, è stato proposto, raccogliendo un pubblico consenso nella sala dell’allora Galleria Bedoli, la realizzazione del POT (Presidio Ospedaliero Territoriale). Nel 2018 l’allora direttore sanitario Asl di Mantova, incontrò i medici di base annunciando che si sarebbe puntato al POT, una sorta di ospedale di comunità come si vede nell’esperienza emiliana. La struttura andrebbe a coadiuvare l’ospedale per acuti e vi si andrebbero a seguire i pazienti del territorio dimessi dal nosocomio per acuti. La struttura sarebbe gestita dai medici di base, insieme alla direzione sanitaria dell’ASST. A fine 2019 Regione Lombardia ha autorizzato la realizzazione del POT a Viadana, ma per ora il progetto resta fermo. L’amministrazione viadanese dovrebbe farsi sentire, presso gli enti competenti, in modo convinto su tali questioni.
Viadana deve riscoprire il ruolo che le spetta e le impone la sua collocazione geopolitica – chiude Terzi della lista “Grande Fiume” — Un altro tema che ha a che fare con il benessere del nostro territorio e con la serenità delle persone in momenti di particolare fragilità, è quello della camera del commiato. Da quando la camera mortuaria è stata chiusa ai non ospiti della casa di riposo, è diventato ineludibile il bisogno di un luogo consono ad ospitare i nostri cari nel momento dell’ultimo saluto. Si può pensare a un’iniziativa pubblica che coinvolga tutte le aziende operanti nel settore delle onoranze funebri. Basterebbe la costituzione di una società mista, pubblico-privato, con la maggioranza saldamente in mano al pubblico. L’ente potrebbe essere di fatto rappresentato dalla fondazione Carlo Louisa Grassi che è espressione dell’amministrazione comunale che ne elegge il c.d.a. Il comune dovrà individuare un’area standard idonea alle normative vigenti, per poi cederla/venderla alla fondazione che la apporterà alla società come quota parte del capitale della società. L’opera realizzata rimarrà gestita dalla nuova società per 20 anni poi tornerà gratuitamente al comune. La gestione dovrà prevedere tariffe calmierate e uno sconto consistente per le ditte delle onoranze funebri che sono direttamente socie. Mi stupisce che alcune forze politiche, evidentemente alla ricerca di facili consensi, che sono in corsa per governare il comune, stiano avanzando proposte in merito alla camera del commiato che non tengono conto delle normative vigenti. Queste materie sono state anche oggetto, in questi cinque anni, di numerose interpellanze consiliari presentate dal capogruppo consiliare della lista civica “Il Grande Fiume” nella quale ora sono candidato. Alcune istanze hanno ricevuto risposte parziali, mentre altre sono ancora in attesa di risposta. La prossima amministrazione dovrà farsi carico di questi problemi cercando di affrontarli in modo organico e coinvolgendo anche le opposizioni e tutte le rappresentanze politiche in modo trasversale.
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