Stefano Ventura e il suo "Enigma della Croce Inca" finalista al Premio nazionale "Mario Soldati"
Ventura è stato selezionato per la sezione B di Narrativa, col primo premio andato a Giovanni Cordero, assieme ad altri 16 scrittori da tutta Italia. Un passo prestigioso e significativo, nonché la prima finale guadagnata in un premio letterario di questa portata e risonanza per il professore casalese.

CASALMAGGIORE – Una convocazione inaspettata, che l’editore stesso ha comunicato allo scrittore: anche se il primo premio non è arrivato, essere finalista in un premio di portata nazionale è una prima volta che riempie d’orgoglio Stefano Ventura, scrittore di Casalmaggiore e professore in pensione del Polo Romani di Casalmaggiore e successivamente dell’Istituto Sanfelice di Viadana. Il suo ultimo romanzo dal titolo “L’enigma della croce Inca”, edito da Armando Curcio Editore, una delle più importanti case editrici italiane, è stato ammesso tra i finalisti del Concorso nazionale “Mario Soldati”, organizzato dal Centro Pannunzio di Torino. Ventura è stato selezionato per la sezione B di Narrativa, col primo premio andato a Giovanni Cordero, assieme ad altri 16 scrittori da tutta Italia. Un passo prestigioso e significativo, nonché la prima finale guadagnata in un premio letterario di questa portata e risonanza per il professore casalese.
Il concorso letterario “Mario Soldati” ha raggiunto quest’anno la sua undicesima edizione: purtroppo la premiazione non si è ancora potuta tenere in presenza per i problemi legati al Covid, ma la proclamazione è avvenuta comunque nei giorni scorsi. Come si ricorderà, “L’enigma della croce Inca” (uscito a giugno 2020) è il seguito de “Il Codice Inca”, edito nel 2018 sempre da Curcio, e potrebbe rappresentare il secondo capitolo di una trilogia. Sesto romanzo di Ventura, sempre a tema storico, crea rimandi sia temporali, dall’impero Inca, appunto, dunque la civiltà precolombiana, fino ai giorni nostri; sia spaziali, dal lago Titicaca a Roma. Codici segreti, alla Dan Brown per lanciarsi in un parallelo prestigioso, e risoluzioni da ricercare spesso nei dettagli, nei disegni, nei grafemi, anche in un ricamo. Un’opera, oltre 300 pagine, la più lunga di Ventura sin qui, che ha portato a un risultato capace di sorprendere piacevolmente lo stesso autore.
Giovanni Gardani