Ambiente

ARPA, monitoraggio qualità dell'aria a Casalmaggiore, attenzione a PM10 e ozono

Filippo Bongiovanni: "La qualità dell'aria nei mesi freddi non è certo ottimale, i riscaldamenti accesi sono certamente gli indiziati primari, ma sono inevitabili. Chiedo tuttavia prudenza in chi usa legna per scaldarsi e di fare tanta manutenzione ai propri impianti"

CASALMAGGIORE – Il 4 dicembre si è tenuta in videoconferenza una riunione, convocata dal Sindaco Filippo Bongiovanni, con i capigruppo consiliari, relativa alla presentazione della campagna di monitoraggio della qualità dell’aria a Casalmaggiore, svoltasi tra il 18 febbraio e il 30 luglio 2020, con la presenza per ARPA LOMBARDIA della dott.ssa Paola Carla e del dott. Renato Rossetti.

La relazione finale di 30 pagine ed oltre 130 pagine di allegato, ha messo in evidenza che le caratteristiche dell’aria di Casalmaggiore combaciano con quelle delle altre zone della bassa padana. La centralina mobile di Casalmaggiore ha sostanzialmente rilevato dati molto simili a quelle delle stazioni fisse di Viadana, Cremona e Mantova. Secondo Arpa, dunque, anche se non presente la centralina in modo fisso, si potrà comunque far riferimento ai dati di Viadana e Mantova Ariosto per conoscere giornalmente la qualità dell’aria.

La centralina ARPA nei 6 mesi di presenza ha rilevato i seguenti inquinanti: biossido di azoto, monossido di carbonio, ozono, benzene, particolato PM10.

Base di partenza sono le condizioni meteo e la direzione ed intensità del vento nella centralina di Via Trebbia. Il meteo infatti condiziona fortemente la qualità dell’aria, vista la configurazione morfologica della pianura padana, chiusa su tre lati dai monti: infatti, i livelli di concentrazione degli inquinanti atmosferici in un sito dipendono dalla quantità e modalità di emissione degli inquinanti nell’area, ma la situazione meteorologica influisce sulle condizioni di dispersione o di accumulo degli inquinanti e sulla formazione di alcune sostanze nell’atmosfera stessa.

Entrando nel merito. Il Biossido di Azoto presenta una classica stagionalità con valori più elevati nel periodo freddo, tuttavia non ha mai superato il limite di legge, anzi ne è stato sempre ben lontano. Anche le concentrazioni di monossido di carbonio sono notevolmente sotto i limiti imposti dalla normativa e non rappresentano un problema. Analogamente il benzene.

Alcuni superamenti dei limiti normativi si sono rilevati con l’ozono. La formazione dell’ozono, che è inquinante secondario, è favorita dalle alte temperature e dal forte irraggiamento solare. Ha presentato superamenti del valore obiettivo per la protezione della salute umana, pari a 120 μg/m3 sulla concentrazione media di 8 ore (da non superare per più di 25 giorni all’anno) come media su tre anni: tale soglia è stata superata per 27 giorni nell’intero periodo di osservazione. Tuttavia l’andamento delle concentrazioni medie orarie non ha mai superato il limite.

Diverso il discorso per il PM10. Nonostante il periodo di lockdown che ha coperto buona parte del rilevamento, che vedeva chiuse industrie e il traffico era assai ridotto, si sono avuti comunque valori alti e superamenti del limite nei periodi più freddi.

Come è ben evidente dall’inventario delle emissioni del modello Inemar, tali sforamenti sono dovuti per oltre il 50% dai riscaldamenti domestici, Arpa indicava come la combustione da legna sia la causa per oltre il 60% dell’inquinamento da riscaldamento domestico. La previsione quantitativa della concentrazione media annuale del PM10 a Casalmaggiore è risultata pari a 32 μg/m3, con associata un’incertezza di 1.4 μg/m3, che comporta una probabilità superiore al 99% che il limite annuale dei 40 μg/m3 non venga superato; mentre al contrario sono stati stimati 56 superamenti del limite giornaliero con associata un’incertezza di 8 giorni, che comporta la certezza che il limite di 35 giorni, con concentrazione superiore a 50 μg/m3, venga superato.

Dopo la presentazione della relazioni i consiglieri presenti hanno fatto diverse domande per approfondire meglio il tema. Ne emerge che iniziative locali o di livello comunale a nulla servirebbero sull’andamento della qualità dell’aria, ma dovrebbero essere parte di iniziative di ampio respiro almeno regionale, se non di tutte le Regioni di pianura.

“La relazione di Arpa Lombardia dà un quadro molto significativo – dice il Sindaco Bongiovanni – della situazione dell’aria a Casalmaggiore, che tuttavia è uguale a quella di tutti i luoghi di pianura lombardi. La qualità dell’aria nei mesi freddi non è certo ottimale, i riscaldamenti accesi sono certamente gli indiziati primari, ma sono inevitabili. Chiedo tuttavia prudenza in chi usa legna per scaldarsi e di fare tanta manutenzione ai propri impianti e, per chi può, di privilegiare altre fonti di calore”.

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