Cronaca

Comitato Treno Ponte Tangenziale: "Ponte nuovo, si faccia alla svelta"

Il progettista dei lavori di ristrutturazione ha assicurato una vita residua del ponte di 10 anni a condizione che venissero rispettati i limiti di velocità e di portata previsti (44,00 ton. il limite massimo di velocità di Km/h 50, la distanza minima di mt 50,00). GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

CASALMAGGIORE – Il Comitato TrenoPonteTangenziale, nel valutare allo stato attuale la situazione del ponte sul Fiume Po di Colorno Casalmaggiore, si è sentito in dovere di fare alcune importanti considerazioni. Il fatto che il pote passi ad ANAS se dà prospetive diverse rispetto alle province depotenziate, non deve far abbassare la guardia.

Le norme fissate per preservarlo non vengono rispettate: carico e velocità sono solo numeri per numerosi mezzi che passano tra le due regioni.

Inoltre il tempo passa, ponte Po invecchia e non gli restano molti anni di vita in prospettiva. I tecnici lo avevano garantito per dieci anni e due sono già trascorsi. Per il nuovo ponte siamo ancora al punto zero. Peraltro dal 2018 la provincia di Parma ha a disposizione i soldi per lo studio di fattibilità e non sono stati utilizzati.

“È opportuno ricordare – scrive il presidente del comitato TPT Paolo Antonini – che il ponte è stato chiuso al traffico dal settembre 2017 al giugno 2019 causando disagi e danni incommensurabili all’economia di tutto il territorio.

La chiusura è stata decretata per lesioni strutturali al ponte che non consentivano di percorrerlo in sicurezza. Durante la chiusura al traffico sono stati realizzati lavori di ristrutturazione del ponte.

Il progettista dei lavori di ristrutturazione ha assicurato una vita residua del ponte di 10 anni a condizione che venissero rispettati i limiti di velocità e di portata previsti (44,00 ton. il limite massimo di velocità di Km/h 50, la distanza minima di mt 50,00).

Contestualmente alla riapertura avrebbero dovuto essere installati sistemi di monitoraggio della velocità, del peso dei veicoli in transito e della staticità della struttura così da poter assicurare la durata del manufatto, come prevista dal progettista (dieci anni).

In realtà, i sistemi di monitoraggio sono stati installati solo in questo periodo, con un ritardo di ben due anni. Nel frattempo, come può constatare chiunque, viaggiano costantemente veicoli a velocità superiore al consentito, senza il rispetto delle distanze e con pesi di gran lunga superiori al limite imposto.

Inutili sono stati i nostri appelli ad effettuare maggiori controlli e ad accelerare le procedure per la posa dei “sensori”. Ora salutiamo con soddisfazione l’avvenuta posa dei “sensori”, compiuta dalla Provincia di Parma e auspichiamo che vengano, grazie anche ad essi, prese misure non solo di rilevamento ma anche di contravvenzione verso chi viola i limiti di peso e di velocità.

Ma altri e gravi sono i problemi che rimangono al momento irrisolti.

Poiché il ponte Colorno-Casalmaggiore ha una vita residua predeterminata, sin dal giorno della riapertura abbiamo sollecitato la progettazione e realizzazione del nuovo ponte sul Fiume Po da realizzarsi sul medesimo sedime dell’attuale.

La Provincia di Parma, dall’anno 2018, ha a disposizione le risorse economiche per la progettazione di fattibilità dell’opera. Anche in questo caso, nonostante i nostri costanti solleciti la progettazione di fattibilità dell’opera non è ancora stata messa a gara.

Per la progettazione definitiva e esecutiva e per la realizzazione dell’opera è necessario che la strada “Asolana” (compreso il ponte sul Fiume Po Colorno Casalmaggiore) torni tra le competenze dell’ANAS.

Un’idea scriteriata e un malinteso decentramento aveva infatti trasferito alle Province la titolarità della “Asolana” così come di molte infrastrutture viarie di interesse nazionale. All’idea scriteriata si è aggiunta la riforma delle Province che ne prevedeva la loro soppressione e la riduzione dei trasferimenti statali alle medesime.

E’ pertanto indispensabile che l’Asolana torni a chiamarsi “Statale Asolana” e ritorni nella gestione dell’ANAS.

Si parla del trasferimento della strada, dalle Province all’ANAS, dalla data di riapertura del ponte (5 giugno 2019) ed ancora oggi non è dato sapere quando avverrà detto trasferimento, non si conosce in quale meandro della burocrazia si sia interrotto, sospeso, arenato, impantanato l’iter di trasferimento.

Nel frattempo passano i giorni e i mesi e la preoccupazione di trovarci nuovamente, tra qualche anno, davanti al “fantasma del ponte chiuso” terrorizza alcuni e preoccupa molti.

E’ vero che il Ponte di Genova è stato realizzato in un tempo brevissimo, ma non possiamo dimenticare che il ponte sul Fiume Po di San Benedetto Po (MN) è iniziato nel maggio del 2017 e il cantiere avrebbe dovuto essere concluso in “630 giorni naturali consecutivi” ed oggi, invece (marzo 2021) non si conosce ancora la data di fine lavori.

E’ necessario uno sforzo congiunto e corale degli amministratori del territorio ed un impegno maggiore per far sì che il trasferimento della strada (dalle Province all’ANAS) sia compiuto entro brevissimo tempo e si vigili costantemente sullo stato di avanzamento della progettazione e realizzazione del nuovo ponte sul Fiume Po tra Colorno e Casalmaggiore.

Per fare ciò non è sufficiente l’opera di stimolo esercitata dal nostro Comitato, ma è necessario che gli amministratori del territorio si facciano sentire unanimamente, con una voce sola e forte presso tutti gli enti competenti e presso il Ministero delle Infrastrutture perché la realizzazione del nuovo ponte è un’opera assolutamente prioritaria e ogni giorno perduto può costare molto caro alle nostre collettività, ben memori dei disagi subiti durante il lungo periodo di chiusura del ponte”.

redazione@oglioponews.it

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