Politica

Viadana, minoranze fuori dalla
commissione antimafia: è polemica

M5S prova a ricucire: "Chiediamo che si trovi una soluzione di sintesi tra il presidente Panizzi e le richieste delle opposizioni all’interno del perimetro del regolamento comunale, affinchè si possa partire in modo celere e unitario perché la lotta alle mafie è la battaglia di tutti".

E’ polemica a Viadana in merito alla Commissione Antimafia. Le minoranze, infatti, non riconoscono più la stessa Commissione e chiedono la presidenza, spiegando il loro parere in un comunicato ad hoc. “Le minoranze consiliari hanno presentato in Consiglio Comunale alcune proposte, che possono così essere sintetizzate: formazione di una consulta aperta alle forze politiche che hanno partecipato alle elezioni comunali, alle associazioni di categoria, sindacali, datoriali ecc.; oppure in alternativa (in caso di non accoglimento da parte della maggioranza di tale proposta) creazione di una commissione consigliare di garanzia, con Presidenza alle minoranze. Queste sono però state bocciate” spiegano i consiglieri Cristina Torricelli, Alessia Minotti, Fabrizia Zaffanella, Silvio Perteghella, Adriano Saccani.

“Come è noto la maggioranza ha optato in maniera unilaterale per una commissione consigliare con un Presidente espressione della maggioranza. Nel nostro Comune le commissioni consigliari hanno affrontato nel recente passato argomenti quali ambiente, pari opportunità, sicurezza, antimafia.  Le Presidenze sono sempre state riconosciute alle minoranze indipendentemente dal colore politico di chi era chiamato a governare il Comune anche perché il Testo Unico Enti Locali all’art. 44 comma 1 lo prevede in maniera inequivocabile”.

“Come consiglieri comunali abbiamo proposto  una consulta aperta, perché riteniamo che il modo migliore per diffondere la conoscenza di alcuni fenomeni, per contrastarli, per delegittimarli; sia quello di promuovere una cultura della partecipazione e della condivisione con i corpi intermedi presenti nel nostro territorio. La maggioranza invece ha preferito affrontare la questione antimafia, decidendo unicamente al proprio interno quale fosse il “format” più adatto e individuando come Presidente una figura di tutto rispetto, ma comunque espressione della maggioranza”.

“Le minoranze quindi non avrebbero alcun ruolo, nei numeri e nella possibilità di convocazione. Inoltre la Presidente Panizzi in totale autonomia ha individuato dei “partecipanti esterni”  (persone sulle quali non abbiamo nessuna contestazione  di natura personale, professionale o di condotta) che nella commissione consigliare non partecipano come “consulenti” su questioni specifiche, ma prendono parte alla discussione al pari di consiglieri comunali eletti. Le minoranze  non avendo i “numeri” e nemmeno la Presidenza, nei fatti parteciperebbero in maniera ininfluente, anche perché il proprio contributo amministrativo verrebbe parificato a componenti esterni non eletti”.

“Per tali ragioni tutti i consiglieri di minoranza hanno deciso di dimettersi. È stata negata la possibilità di allargare la partecipazione a soggetti importanti che operano sul territorio, mentre altri vengono chiamati direttamente dal Presidente, senza nessuna consultazione preventiva della commissione. Inoltre su un tema così importante è stata negata una minima possibilità decisionale alle minoranze consigliari, o la possibilità di condivisione democratica con tutti i “corpi intermedi” operanti  sul territorio. Questo modo di operare nella formazione delle commissioni nel nostro Comune non si è mai verificato, né  da maggioranze di centro destra e neanche da maggioranze di centro sinistra”.

“Per tali ragioni non riteniamo utile legittimare queste forzature,  abbiamo deciso all’unanimità di doverci dimettere. Ci impegneremo a presentare in Consiglio Comunale proposte amministrative utili al contrasto dei fenomeni di infiltrazione mafiosa, e proposte di sensibilizzazione; come già fatto con la proposta di conferimento della cittadinanza onoraria al Procuratore Antimafia di Catanzaro dott. Nicola Gratteri. Nel frattempo auspichiamo che la maggioranza, vista la volontà di invitare in maniera permanente alcune figure esterne, riveda le proprie decisioni, optando  per una regolare “consulta” con compiti di sensibilizzazione, di indirizzo e controllo politico amministrativo; con una Presidenza che sia al di sopra delle parti o che in alternativa venga riconosciuta in capo alle minoranze. Tale comunicazione in allegato le minoranze intendono inoltrarla anche a sua Eccellenza il Prefetto di Mantova, per il ruolo di controllo amministrativo che esercita sulle amministrazioni pubbliche, in tema di antimafia e di sicurezza pubblica”.

La presidente Daniela Panizzi aveva presentato un Ordine del giorno che proponeva di inserire in Commissione Enzo Catello (detto Tello) Vitiello e Stefano Capaldo, considerando il loro coinvolgimento un valore aggiunto per la Commissione stessa. Obiettivi e Programma lavori della commissione erano, sempre secondo il documenti presentato, i seguenti: la Commissione si pone come obiettivo di riunirsi tre/quattro volte all’anno; la Commissione si impegna a osservare le linee guida emanate dal Consiglio Regionale della Regione Lombardia; la Commissione intende invitare in audizione personaggi di elevato spessore quali: Prefetti, Onorevoli, Giornalisti e Rappresentanti di Movimenti che si adoperano per organizzare iniziative con lo scopo di incoraggiare e sostenere la parte migliore della società civile e delle Istituzioni”.

La presidente Panizzi ha voluto replicare: “Ancora una volta la richiesta delle minoranze è stata quella di istituire una consulta al posto della commissione consiliare. Tuttavia corre l’obbligo di ricordare che la commissione è un organo previsto dal regolamento, pertanto assolutamente legittimo. Questa posizione deriva dal fatto che le minoranze si sono impuntate sulla presidenza della commissione, un’eventuale che non rappresenta in alcun modo un obbligo. Inoltre, ancora una volta si è parlato del fatto che, a detta delle minoranze, la commissione sarebbe un organo di garanzia sull’operato della giunta: corre l’obbligo di rimarcare che le cose non stanno così in alcun modo. L’unico intento riscontrabile è quello di sabotare la commissione o depotenziarla e il messaggio è chiaro: o si fa che vogliono loro o nulla. Come presidente, invece, affermo che la commissione deve essere al di sopra dei giochi e degli schieramenti politici, e soprattutto deve funzionare per il bene della comunità viadanese. Se le minoranze non vogliono che la commissione esista, o che esista solo alle loro regole, comprendiamo il loro imbarazzo ma andiamo avanti. Auspico in ogni caso un loro ravvedimento”.

Sul tema interviene anche il Movimento 5 Stelle di Viadana, che invita a sanare la frattura: “Nella serata del 12 Luglio si è svolta la seduta della Commissione consiliare antimafia di Viadana e il gruppo Viadana 5 Stelle, rappresentato dal facilitatore regionale Stefano Capaldo, ha partecipato alla seduta dopo l’invito dalla presidente Panizzi in considerazione dell’attività svolta dal movimento nella legislatura precedente. Purtroppo la seduta ha visto fin da subito due comunicazioni che hanno interrotto l’incontro: il consigliere comunale Torricelli ha respinto la proposta di nomina a vice presidente della commissione, e successivamente è stata letta dal consigliere Perteghella una comunicazione di tutte le forze di opposizioni contestando il metodo di scelta del presidente Panizzi di rappresentanti extra consiliari. Nella lettera si menzionava la proposta di una consulta antimafia con vari rappresentanti della società civile e associazioni”.

“Il M5S ha proposto una soluzione di mediazione durante la seduta tramite le parole di Capaldo: “La commissione antimafia ha il nobile scopo di monitorare il territorio e sensibilizzare il consiglio e giunta comunale, e tutti i cittadini, sui fenomeni criminali mafiosi nel territorio viadanese, individuando proposte e iniziative per la promozione della legalità. Lo scopo è quello di fare il bene dei cittadini e non permettere ai mafiosi di trovare spazio sul nostro territorio, è necessario perciò lavorare uniti e compatti al di fuori di ogni schema politico/partitico col solo obbiettivo del bene comune; pertanto pur condividendo la necessità di ampliare e coinvolgere personalità proposte anche dalle forze di minoranza, come M5S riteniamo grave abbandonare la commissione perché questo impedisce alla stessa di lavorare in modo unitario creando fratture istituzionali che sono terreno fertile per le mafie. Non è un comportamento responsabile di chi vuole contrastare il fenomeno mafioso”.

Continua Capaldo: ”Per questo ho chiesto con un appello alle forze di opposizione di non lasciare la commissione, e alla presidente Panizzi di fare tesoro delle proposte delle minoranze che possono essere utili per lavorare in modo più condiviso, partecipato e concreto possibile. Purtroppo l’appello non è stato recepito e le minoranze sono uscite dall’aula consiliare”.

Conclude il pentastellato viadanese: “Chiedo che si trovi una soluzione di sintesi tra il presidente Panizzi e le richieste delle opposizioni all’interno del perimetro del regolamento comunale, affinchè si possa partire in modo celere e unitario perché la lotta alle mafie è la battaglia di tutti. Come M5S proponiamo una soluzione di sintesi con una nuova convocazione di una seduta di commissione, invitando le opposizione a presentare una rosa di nomi da cui la presidente Panizzi potrà scegliere tre nominativi da aggiungere ai due (Vitiello e Capaldo) che la stessa presidente ha individuato. Tutti devono fare un passo di lato per farne due in avanti per il bene dei cittadini”.

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