Rivarolo Mantovano, concluso
il primo restauro dei Ponti Teresiani
In sede di candidatura è stato necessario dimostrare che questi ponti fossero stati costruiti anteriormente al 31 dicembre 1899, condizione posta dal Bando per l'ammissibilità a contributo.

Completato in questi giorni, con la riapertura al traffico veicolare di matrice agricola, il restauro del Ponte dei “due Ponti”, nella Regona di Rivarolo Mantovano. Questo intervento è il primo dei tre programmati su altrettanti ponti storici, co-finanziati al 70% dal GAL “Terre del Po”, nell’ambito del Bando che sostiene gli “investimenti relativi alla manutenzione, al restauro e alla riqualificazione del patrimonio culturale dei villaggi, del paesaggio rurale e dei siti di alto valore naturalistico”. Interventi stimati in 87.000,00 euro circa di lavori, oltre all’IVA e agli oneri professionali, dall’ingegner Marco Spezia dello Studio Polaris di Mantova.
In sede di candidatura è stato necessario dimostrare che questi ponti fossero stati costruiti anteriormente al 31 dicembre 1899, condizione posta dal Bando per l’ammissibilità a contributo. La circostanza che fossero censiti nel Catasto Teresiano del 1774, circostanza emersa da un minuzioso lavoro di ricerca condotto presso l’Archivio di Stato di Mantova, ha determinato la loro finanziabilità e quindi la cantierizzazione avvenuta agli inizi dell’anno.
Con queste premesse, infatti, acquisito il parere positivo della competente Soprintendenza, il GAL, nell’estate 2020, concedeva il contributo economico che ha consentito, nell’inverno, l’avvio del cantiere. Un cantiere diffuso condotto dalla ditta Lithos, aggiudicataria dell’appalto, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Cremona, Lodi e Mantova che, nella figura dell’architetto Paolo Corradini, ha effettuato i sopraluoghi, concordando le modalità d’intervento.
Sull’epoca di costruzione di questi ponti si sta dibattendo, anche in vista della pubblicazione che il Comune di Rivarolo Mantovano ha intenzione di allestire per fornire non solo un contributo documentario dell’esperienza in atto, ma per arrivare a consolidare il necessario livello di consapevolezza storica intorno a questi manufatti, entrati a far parte del patrimonio pubblico della Comunità locale, altrimenti definiti Beni comuni.
Se da da un lato, la carenza di fonti archivistiche, non consente di andare oltre la data del 1774, l’anno in cui sono stati censiti nel Catasto teresiano, tuttavia l’analisi delle caratteristiche morfologiche e strutturali, tende a collocarli nel periodo di transizione tra il medioevo e l’era moderna, che in queste zone del “Mantovano nuovo” coincide con la dominazione gonzaghesca dei “Gonzaga delle Nebbie”, per usare un fortunata espressione, entrata nell’uso comune. L’epoca cioè delle signorie dei cadetti che ereditarono queste terre alla morte del marchese Ludovico II, nel 1478.
Sui Beni comuni, va annotato come il recupero dei Ponti storici nella Regona di Rivarolo e Cividale si collocchi nel solco delle azioni intraprese dall’Amministrazione Galli che, fin dal suo primo insediamento, nel giugno 2014, sostiene attività e promuove iniziative volte alla tutela ed alla valorizzazione del patrimonio pubblico della Comunità locale. Le molte risorse che occorrerebbero per restaurare gli storici edifici di Rivarolo, ma anche per valorizzarne gli spazi pubblici significativi come Piazza Finzi o per mantenere efficiente il reticolo dei corsi d’acqua superficiali o le percorrenze ciclabili nella campagna, vengono ricercate con la sistematica partecipazione a bandi nazionali e regionali, senza tralasciare quelli europei.
“In questo modo – spiegano dal comune – tra il maggio 2019 e l’agosto 2021, l’amministrazione comunale ha ottenuto oltre mezzo milione di euro di contributi a fondo perduto; soldi che consentiranno di proseguire il restauro del Palazzo pretorio, di realizzare la ciclabile per Cividale, di mettere in sicurezza alcuni attraversamenti pedonali critici nel Capoluogo e nella Frazione, oltre ad efficientare parte del reticolo idrico minore restaurando al contempo questi Ponti storici”.
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