Cronaca

Giorno della Memoria, Mario Daina:
"Un dovere etico e morale ricordare"

"Statistiche recenti dicono che in Italia cresce da anni il numero di persone che negano la Shoah. Oggi saremmo vicini al 15%, vent’anni fa eravamo al 5. Credo sia per tutti un dovere etico e morale ricordare un evento cosi drammatico avvenuto nel cuore dell’Europa durante la seconda guerra mondiale"

Mario Daina

Un pensiero sul giorno della memoria e sulla Shoah. E’ quello di Mario Daina (PD) che parla dell’importanza del ricordare come dovere etico e morale. Ancora oggi bisogna non dimenticare e allo steso tempo pensare  che, nel mondo, esistono drammi pesanti che vanno affrontati.

Da luglio 2000 la legge sul giorno della memoria invita gli italiani a ricordare ogni 27 gennaio la Shoah e le leggi razziali e tutti coloro che si opposero allo sterminio. La legge del 27 gennaio ha però una singolare lacuna: menziona i campi nazisti , ma non contiene vocaboli come fascismo o fascisti. Né essa né altre leggi della nostra Repubblica hanno per oggetto la violenza omicida italiana fascista nelle terre colonizzate o occupate e le sue vittime. E’ questa un’assenza dolorosa, anche perché altri paesi, in primis la Germania hanno fatto una scelta opposta. Il genocidio dei campi di concentramento è, comunque, diventato il metro di misura di qualsiasi avvenimento contemporaneo sul tema della libertà e dei diritti. Un tema cosi importante è però spesso nel dibattito pubblico, nella politica, nella cultura e nella società banalizzato e stereotipato. La politica e i media , di questo evento tragico, ne fanno spesso un uso strumentale e lo distorcono a seconda delle necessità del momento. Al contrario di quel che si crede il “negazionismo” non è un “rigurgito”, non dipende da ignoranza e disinformazione, ma da uno spazio politico e mediatico concesso, senza il quale il fenomeno sarebbe molto ridimensionato. Statistiche recenti dicono che in Italia cresce da anni il numero di persone che negano la Shoah. Oggi saremmo vicini al 15%, vent’anni fa eravamo al 5. Credo sia per tutti un dovere etico e morale ricordare un evento cosi drammatico avvenuto nel cuore dell’Europa durante la seconda guerra mondiale. Per questo, non è inutile ricordare qualche dato di impressionante eloquenza e guardare nel baratro della nostra disumanità di allora e anche di oggi: ogni 20 secondi durante la seconda guerra mondiale, i nazisti uccidevano un ebreo; ogni 15 secondi, oggi, un bambino muore di fame; ogni tre secondi, un essere umano è costretto a fuggire dalla propria terra a causa di guerre, persecuzioni e povertà; ogni giorno a 258 milioni di bambini nel mondo è negato il diritto alla scuola; ogni 2 secondi, una ragazza minorenne è costretta a sposarsi; ogni giorno 2,2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile. Primo Levi scrisse: Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre. Ancora oggi , anche a casa nostra c’è forte aria di ostilità, razzismo, xenofobia, rifiuto dell’altro, paura ingiustificata verso tutto ciò che è diverso. Per questo bisogna conoscere e raccontare, è un debito che tutti abbiamo di fronte ai caduti . Solo dialogo con tutti e su tutto, senza pregiudizi. Ce lo insegnano il Vangelo e la civiltà. Concludo con un messaggio di Liliana Segre ai giovani: “Studiate , abitate la storia se volete che il futuro sia orientato nel solco dei diritti inalienabili”. Non giriamo la faccia dall’altra parte, perché anche la nostra indifferenza allora ci colpevolizza“.

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