Lettere

Ponte Verdi, tanti sul carro
del vincitore (e senza meriti)

da Paolo Panni, Eremita del Po

Caro direttore,

La stampa parmense e cremonese ha dato notizia, giustamente, in questi giorni, degli ulteriori lavori previsti, per il ponte sul Po “Giuseppe Verdi” (quello che collega le province di Parma e Cremona nel tratto compreso tra San Daniele Po, Roccabianca e Polesine Zibello), che inizieranno (per inciso) non prima dell’estate 2023, grazie ad un finanziamento ministeriale di 20milioni di euro.

Sul celebre “carro del vincitore” (se così può essere chiamato), laudando et benedicendo “santa madre politica” sono saliti in tanti, non da ultimo il Movimento 5 Stelle che, per bocca, o penna, di un suo deputato, rigorosamente a mezzo stampa ha rimarcato il fatto che questo intervento “è stato reso possibile – testuali parole sue – esclusivamente grazie al piano di manutenzione e ricostruzione dei ponti del Bacino del Po, ideato dall’allora ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli nel 2018, che ottenne a questo fine 250milioni di euro”.

Toninelli chi? Quello della fantasmagorica idea dei monopattini? Quello che faceva parte di un governo in cui una sua collega ministra, di non-venerata memoria, tal Azzolina Lucia, varava i celeberrimi banchi a rotelle per le scuole?

Premesso che i ponti del bacino del Po sono in condizioni pietose da decenni, come giustamente e pubblicamente osservato in questi giorni anche dal Presidente della Provincia di Parma, è giusto ricordare che per avere attenzione sulla situazione del ponte “Verdi” si è dovuto muovere nientemeno che “Capitan Ventosa” che ha portato la situazione del ponte “Verdi” alla ribalta nazionale. Del resto non deve stupire che, in questo Paese, ci vogliano i comici, o le comiche, per iniziare a risolvere i problemi e per avere attenzione da chi di dovere.

Quando si parla del ponte “Verdi”, gli incravattati dal deretano piatto e pelato (benpensanti e moralisti leggano sempre politici) dovrebbero stare molto attenti, fare ottimo uso della loro memoria e informarsi per bene. Forse vedrebbero che i meriti sono di chi, per primo, ha iniziato, inascoltato, a far presente la situazione del ponte.

Dove erano gli incravattati dal deretano piatto e pelato, e in particolare gli esponenti del Movimento 5 Stelle, quando i sindaci di San Daniele Po, Giampaolo Dusi prima e Davide Persico poi, a più riprese, allertando in tempi non sospetti anche i vigili del fuoco, denunciavano pubblicamente la drammatica situazione strutturale del ponte minacciandone più volte (e con ragione) la chiusura per motivi di sicurezza? Dove erano gli incravattati dal deretano piatto e pelato, e in particolare gli esponenti del Movimento 5 Stelle, quando gli allora sindaci di Zibello (all’epoca non era ancora Polesine Zibello) e di Roccabianca (in particolare Manuela Amadei, Giorgio Quarantelli, Marco Antonioli e Andrea Censi), a loro volta, lamentavano le cattive condizioni del viadotto?

Dove erano infine gli incravattati dal deretano piatto e pelato, e in particolare gli esponenti del Movimento 5 Stelle, quando il sottoscritto e gli amici Giuseppe Galli e Nicola Arduini, a più riprese, e in bicicletta (non certo con i monopattini o i banchi a rotelle…quelli li lasciamo ai “5 fenomeni”), si recavano sul ponte, fotografando crepe, buche e voragini e, dopo aver pubblicamente denunciato la situazione, venivano tacciati di fare terrorismo e ricevevano lettere in cui si affermava che le crepe erano soltanto “estetiche” e venivano quindi invitati a non diffondere notizie allarmistiche?

Benissimo ha fatto il signor Toninelli se, da ministro, facendo per inciso il suo lavoro, ha portato a casa fondi per i ponti. Ma quando si parla del “Verdi” la verità va detta e scritta tutta, e per intero.

Dal cosiddetto “carro dei vincitori”, il sottoscritto ci sta sicuramente alla larga. Se determinati problemi li abbiamo presentati e denunciati, è stato solo e unicamente per cercare di salvaguardare la sicurezza di tutti e per difendere una infrastruttura di grande importanza per i nostri territori. Non vogliamo né meriti né medaglie. Poteva bastare un “Grazie”: mai arrivato da nessuno. La gratitudine: questa sconosciuta.

Eremita del Po, Paolo Panni

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