Cronaca

Giacomo Bergamonti, deputato
di Gussola a 70 anni dalla morte

Giacomo era nato a Gussola nel 1919, in una sua nota autobiografica (conservata tra le carte del PCI cremonese in Archivio di Stato) egli ricorda con gratitudine la sua famiglia ed il padre “ciabattino”, ed i sacrifici per farlo studiare e diplomarsi maestro da studente – lavoratore

70 anni fa, il 17 marzo 1952, a poche ore da una rovinosa caduta in moto, moriva all’ospedale di Bozzolo Giacomo Bergamonti, trentaduenne deputato del PCI, tra i più popolari esponenti politici del secolo scorso nella nostra provincia. Scriveva il quotidiano “l’Unità” del giorno successivo:

“(…) Il tragico incidente è avvenuto domenica all’altezza della frazione di Pontirolo. Il compagno Bergamonti a bordo di una Gilera 250 tornava da Piadena dove aveva tenuto una riunione. Improvvisamente per evitare una grossa pietra eseguiva una brusca manovra andando a cozzare contro un paracarro. L’urto era violentissimo, Bergamonti gravemente ferito restava privo di sensi in mezzo alla strada. Pochi minuti dopo veniva raccolto dal dottor Mantovani che transitava con la sua 1400 e trasportato al vicino ospedale di Bozzolo (….) nonostante le cure decedeva alle 13.30 di oggi (…). Il compagno Togliatti ha inviato alla Federazione comunista cremonese il seguente telegramma: “Esprimo mio profondo dolore per tragica morte Giacomo Bergamonti. Trasmettete ai famigliari caro compagno scomparso sensi più vivi mia solidarietà per gravissima perdita – Palmiro Togliatti”. Il 17 era una domenica sera e Bergamonti da Piadena andava per un altro incontro a S. Marino di Gadesco. All’ospedale alle sei del mattino era andato, per portargli parole di conforto ed un auspicio di guarigione, don Primo Mazzolari, Ne fu testimone un giovanissimo Renzo Antoniazzi che stava dalla notte nella stanza per assistere il ferito insieme al compagno Fava, capolega di Piadena. Sembrava, dirà, che non fosse così incombente il pericolo di morte che invece precipitò verso le 13 e 30. Al feretro fecero ala, paese per paese, grande numero di persone commosse e partecipi nel passaggio del carro da Bozzolo a Piadena a Cremona, dove avvennero le manifestazioni ufficiali, e poi da Cremona al cimitero di Gussola. Imponente la partecipazione a Porta Venezia ai discorsi di estremo saluto con Arturo Colombi per la Direzione del PCI e poi di Guido Percudani e Renzo Zaffanella, presenti Teresa Noce, Davide Lajolo, Giuseppe Alberganti, il Sindaco Giovanni Lombardi, il Presidente della Provincia Ghisalberti e tanti altri rappresentanti di organizzazioni ed Istituzioni.

Il sentimento della nostra gente per Bergamonti si riscontrava ancora diversi anni dopo, in molte case di lavoratori si vedeva esposto un suo ritratto ricordo.
Giacomo era nato a Gussola nel 1919, in una sua nota autobiografica (conservata tra le carte del PCI cremonese in Archivio di Stato) egli ricorda con gratitudine la sua famiglia ed il padre “ciabattino”, ed i sacrifici per farlo studiare e diplomarsi maestro da studente – lavoratore. Quindi si rivede “balilla” come tutti i ragazzi, ma assai presto “ribelle”, polemico, autore di scritte antifasciste sui muri nottetempo e poi vittima di qualche “lezione” col manganello. Militare in Calabria l’otto settembre del ’43 vagò da “sbandato” da Catanzaro a Napoli a Roma e si mise in contatto con attivisti del PCI. A Cremona, con la Liberazione, fu subito tra i quadri più attivi, eletto negli organi dirigenti provinciali del partito e consigliere a Gussola. Ma soprattutto “sempre presente dove più intensa era la lotta dei lavoratori”, scriverà di lui Arnaldo Bera. Dunque tra i fornaciai del casalasco o nelle occupazioni delle “filande” come tra i salariati delle nostre campagne nei duri scioperi del 1948 e 49 contro le disdette o nella occupazione della tenuta della Cartiera di Gussola. Ci teneva molto ad avere un tenore, un modo di vita come quello della sua gente, del mondo del lavoro. Tanto che anni dopo si raccontava con benevola ironia della sua partecipazione ad infuocate assemblee sindacali confuso nelle ultime file ed avvolto nel tradizionale tabarro come tutti, e si sa di critiche da molto in alto della dirigenza del PCI perchè andava piuttosto “trasandato” alle sedute della Camera. Certamente questo nulla toglieva alle qualità umane e politiche che lo caratterizzarono nelle responsabilità che ebbe ed al contributo di pensiero e di proposta che diede (significativo, per fare un solo esempio, un suo denso libretto sui rapporti di classe sociali tra cremonese e cremasco). Bergamonti era stato eletto deputato nella lista del Fronte della sinistra nelle elezioni del 1948 con 47.683 preferenze.

Sante Gerelli (Gussola) Giuseppe Azzoni (Cremona)

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