Ambiente

Fiume Po, attenzione alle lanche.
Berselli: "Fondamentali risorse"

"Un intervento capillare e calibrato laddove serve intervenire per migliorare l'ecosistema fluviale , la navigazione, la sicurezza idraulica e la qualità della vita e la fruibilità del fiume stesso e delle sue aree circostanti. Il progetto prevede che queste aree conservino priorità"

Lanche, bodri e rami secondari del Po in secca; crepe nella terra come se fosse agosto, morie di cefali. Queste sono alcune delle conseguenze che la grande magra del Po sta causando tanto in terra emiliana quanto in terra lombarda. Lanche, anche di grandi dimensioni, ridotte ad acquitrini; bodri dove l’acqua è quasi scomparsa e stanno per essere invasi dalla vegetazione che sta per infittirsi.

In riva al Po ci sono paesaggi che ne hanno del surreale a causa di questa situazione. Il segretario dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica Meuccio Berselli, sentito proprio per parlare di queste problematiche ha sottolineato che: “approfondire la tematica del ruolo e della rilevanza rivestita dai rami secondari e dalle aree golenali caratterizzate dalla presenza di lanche, talvolta come nel caso di Polesine Parmense, anche di grandi dimensioni consente di parlare una volta di più del delicato e composito equilibrio dell’idrologia del Grande Fiume e di tutte quelle componenti che una volta messe a valore potranno rappresentare una nuova e rinnovata ricchezza oggi sottovalutata.

I rami secondari e le aree concave che il fiume Po occupa in periodi di abbondante presenza di risorsa idrica in periodo di piena rappresentano una indispensabile freno all’avanzare incontrollato del fiume che, in caso alluvionale, costretto anche da una massiccia urbanizzazione, si trova con il progredire del suo corso ad acquistare maggiore velocità con pericoli e rischi per le comunità rivierasche.

Questi corridoi secondari, che andrebbero incrementati anche a monte, soprattutto in area Piemontese, permetterebbero un incedere lento e quindi controllabile a valle fino al Delta. A questo punto – ha aggiunto Berselli – il lascito del fiume Po rappresenterebbe una vera e propria ricchezza reale. Risorsa idrica essenziale per mantenere vivo il più grande corridoio ecologico del nostro paese, habitat e biodiversità.

In questo periodo di epocale siccità vediamo ancora di più quanto sarebbe determinante avere scorta di risorsa. Ma per tornare alle lanche e ai rami secondari vorrei segnalare che proprio il progetto di Rinaturazione del Fiume Po sostenuto dai finanziamenti comunitari del Pnrr va in questa auspicata direzione. Proprio in questi giorni di marzo stiamo ultimando il piano di revisione delle schede territoriali dei vari tratti, delle aree che potranno beneficiare di interventi di Rinaturazione per un importo complessivo di 357 milioni di euro.

I tempi previsti, ovvero consegna, bandi di gara e cantieri, sono molto ristretti , soprattutto per le tempistiche abituali del nostro paese, ma è fondamentale fare tutto quanto possibile per velocizzare gli iter per intervenire quanto prima. Il nostro Ministero della Transizione Ecologica – ha ricordato – ha firmato questo importante progetto che sarà coordinato dall’Autorità distrettuale del Fiume Po e che , interessando l’intero bacino , toccherà 37 siti Natura 2000 e la Riserva Mab PoGrande. Un intervento capillare e calibrato laddove serve intervenire per migliorare l’ecosistema fluviale , la navigazione, la sicurezza idraulica e la qualità della vita e la fruibilità del fiume stesso e delle sue aree circostanti. Il progetto – ha concluso – prevede che queste aree conservino priorità per la connettività ecologica e l’adattamento ai mutamenti del clima per consentire un ripristino ambientale oggi più di ieri fondamentale”.

Eremita del Po, Paolo Panni

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