I tabelloni elettorali snobbati: "Esporli
ovunque è sempre più uno spreco"
Peraltro con un solo cantoniere all’attivo, è un problema serio, e Bazzani è andato in prima persona a ritirare anche i manifesti di convocazione dei Comizi Elettorali, assistendo in Prefettura a tutti i disagi che questa modalità macchinosa sta creando con emissari di 113 comuni in viale Vittorio Emanuele nell'orario di ritiro e auto parcheggiate in doppia fila. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Quindici simboli e altri diciassette: tra Camera e Senato sono 32 le liste presentate. E 32, dunque, sono anche gli spazi che vanno previsti, per normativa, sul tabelloni elettorali. Una normativa vecchia, per qualcuno ormai desueta, specie adesso che la campagna elettorale si fa sui social o comunque con altri strumenti.
E se a Morterone (Lecco) abbiamo il caso limite di 32 tabelloni per 29 abitanti, a Torre de’ Picenardi abbiamo seri disagi, raccontati da Mario Bazzani, sindaco di un paese che ha 13 frazioni, tre delle quali superano i 150 abitanti e che dunque per legge devono ospitare questi tabelloni. Tre frazioni, quindi, più il centro di Torre. Moltiplicando i 32 simboli per quattro si ottiene la cifra di 128 tabelloni da piazzare. Quasi tutti, specie nei paesi più piccoli, resteranno inutilizzati.
Peraltro con un solo cantoniere all’attivo, è un problema serio, e Bazzani è andato in prima persona a ritirare anche i manifesti di convocazione dei Comizi Elettorali, assistendo in Prefettura a tutti i disagi che questa modalità macchinosa sta creando con emissari di 113 comuni in viale Vittorio Emanuele nell’orario di ritiro e auto parcheggiate in doppia fila.
G.G.