Arte

Stazione, la foto(teatro)denuncia di
Tiziano Schiroli e dei Casalmattori

Schiroli e questo bizzarro gruppo di giullari continueranno il “tour” con altri luoghi e altri scatti, un modo personale per segnalare in che stato versano alcuni angoli di casa nostra ed esprimerne il disappunto attraverso passioni che legano: la fotografia e il teatro

Sono già in esposizione in piazza Garibaldi, in fianco al teatro Zenith, gli otto scatti del secondo step di Degrado e Malinconia, l’idea nata da Tiziano Schiroli per mettere in evidenza gli angoli di Casalmaggiore che versano in stato di abbandono, degrado e trascuratezza, sempre con l’aiuto dei Casalmattori travestiti allo scopo di contestualizzare le foto. E’ la stazione a parlare questa volta, la stazione coi suoi vetri rotti, le scritte, i rifiuti, i bagni sudici, la vegetazione che copre la Madonnina e la sua fontanella che un tempo ospitava pesci rossi. “E la mente torna indietro – raccontano i Casalmattori – quando si arrivava all’ultimo minuto a prendere il treno che portava a scuola, all’Università o semplicemente a fare un giro in città. Si entrava e c’era la biglietteria, il capo stazione, il bar. Si entrava, e pur essendo prima che venisse ristrutturata, tutto pareva pulito, presidiato, vivo mentre ora si respira un’aria malsana, quasi di morte. E non è stato difficile posare su binari sozzi che non danno speranza né di partenze né di arrivi, vestire i panni di un barbone addormentato, rappresentare la nera signora sotto al cartello CASALMAGGIORE o trasformarsi in una donna abusata dietro una finestra in frantumi”. E se i travestimenti son venuti facili per niente lo è stato calarsi nel luogo, assorbirne le pessime condizioni e toccare con mano quanto questi tempi moderni in realtà di moderno abbiano ben poco. Schiroli e questo bizzarro gruppo di giullari continueranno il “tour” con altri luoghi e altri scatti, un modo personale per segnalare in che stato versano alcuni angoli di casa nostra ed esprimerne il disappunto attraverso passioni che legano: la fotografia e il teatro.

Nazzareno Condina (FOTO: Tiziano Schiroli)

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