Rivarolo Mantovano, don Maurizio
Praticiello, parole di lotta alla mafia
Il sacerdote proveniente dal quartiere Prato Verde di Caivano (Na) ha intrapreso una coraggiosa battaglia denunciando gli affari che la mafia compie in quella che è chiamata La terra dei fuochi
Don Maurizio Praticiello vive sotto scorta per le sue denunce contro il potere mafioso. Lo ha ammesso lui stesso venerdì sera in chiesa a Rivarolo Mantovano durante l’appassionato racconto che ha fatto della sua missione. Partendo dall’incontro sulla strada con un frate salesiano che gli ha cambiato la vita. “Non fate mai l’autostop – ha raccomandato il prete napoletano con una leggera ironia – Io ero caporeparto in Ospedale e appartenevo alla dottrina protestante. Dopo aver preso in macchina quel religioso tutto è cambiato e adesso sono qua a fare il prete scomodo ricevendo minacce e una bomba carta davanti alla parrocchia il giorno del mio compleanno”.
Il sacerdote proveniente dal quartiere Prato Verde di Caivano (Na) ha intrapreso una coraggiosa battaglia denunciando gli affari che la mafia compie in quella che è chiamata La terra dei fuochi.
“Un giorno uno dei boss mi si avvicinò spiegandomi che se con lo spaccio e la prostituzione si guadagnavano tanti quattrini, sotterrando rifiuti pericolosi se ne potevano fare molti di più e in maniera del tutto nascosta. Aggiungendo pure che l’idea originale non era partita dai napoletani ma da certi imprenditori del Nord che facevano scendere al sud tonnellate di rifiuti tossici con i loro camion. Certo – ha continuato don Maurizio – noi non possiamo subire passivamente tutto questo. Se cade il soffitto di questa chiesa, ad esempio, non possiamo pensare che la colpa è del parroco ma ci dobbiamo unire a lui in un comune atteggiamento di prevenzione generale”.
Don Maurizio non si è limitato a parlare soltanto dei problemi dell’avvelenamento dei terreni (con le tante morti per malattia tra cui anche un suo fratello) allargando il discorso a molti altri problemi della società, come la pornografia, la ludopatia, la tossicodipendenza.
“I nostri ragazzi per andare a scuola attraversano ben cinque piazze dove regna lo spaccio. Bisogna impedire tutto questo. E’ vero che lo spinello non porta alla morte ma è anche vero che dopo di quello si arriva direttamente al consumo di droghe pesanti“.
Al sacerdote (presentato dal parroco di Rivarolo, Cividale e Spineda don Ernesto Marciò) è stato chiesto che tipo di atteggiamento assumesse durante i funerali delle vittime di scontri mafiosi. “A parte che la Questura vieta le celebrazioni in chiesa per questioni di ordine pubblico non ho remore nel condannare la condotta di quei soggetti, dicendo apertamente ai loro congiunti come la penso”. Il parroco di Caivano a tal proposito ha citato un paio di esempi con i quali si rivolge alle mamme del quartiere: “Se vostro figlio veste con tute di marca e non ha un lavoro tagliate loro quei capi firmati e lanciateli giù dal balcone. E se torna a casa con una torta in regalo e non ha pure lavoro gettategliela in faccia quella torta. Dovete agire cosi, tutti noi dobbiamo agire cosi, responsabilmente”.
La serata, seguita da tantissima gente in chiesa, si è conclusa poco prima delle 23 con l’ascolto di due brani molto belli, Metti pace tra te e la terra e Come un prodigio, eseguiti da chitarra e voce femminile.
Ros Pis