Cronaca

Casalmaggiore, muore con un solo
amico, i funerali li paga il comune

Con la determina n° 1007 del 5 novembre di quest'anno si è scritta la parola fine ad una vita. Vissuta in parte forse, o forse terminata prima ancora della dipartita

Un solo amico, residente al di là del Po. Una vita che in pochi conoscono, e conosceranno. Qualche volta, nella vita, si resta quasi completamente soli, per scelta o per destino, ed il termine di un viaggio non è che un tornare al silenzio della terra, dopo i tanti ostinati silenzi della vita. Una benedizione rapida – nei giorni scorsi – in casa di riposo al Busi fatta da don Claudio Rubagotti e poi la sepoltura al cimitero. Nessun parente, nessuno al rito funebre tanto che non valeva la pena celebrare in Chiesa.

Non possiamo dire molto di più, perché poi alla fine, poco importa sapere chi fosse dopo la morte se in vita pochi comunque lo sapevano sul serio. A scrivere la parola fine una determina affissa all’albo del comune di Casalmaggiore con la quale l’Amministrazione, non avendo riscontrato nessuno che potesse pagare il funerale, ha stanziato la cifra di 1000 euro per la sepoltura. Il rito è stato portato a termine dai fratelli Roffia di Casalmaggiore.

Di delibere e determine ne guardiamo tante, e tante le lasciamo, per pesantezza, per scarso interesse o per mancanza di voglia a giacere lì, dove sono. Ma questa l’abbiamo letta, con un po’ di tristezza. E ci siamo immaginati – perché l’abbiamo un po’ ricostruito – un viaggio di un uomo, con le sue passioni (qualcuna l’aveva), col suo lavoro che in passato lo aveva portato a contatto con la gente, col suo ritorno a casa a sera e poi con l’ultima dimora in casa di riposo. Ce lo siamo immaginati, con un solo amico e poi nessuno a cui volgere lo sguardo, nessuno da stringere al petto, nessuno con cui sorridere. Fosse anche e solo per un legame di sangue. Nessuno a cui stringere la mano nel momento del trapasso.

Con la determina n° 1007 del 5 novembre di quest’anno si è scritta la parola fine ad una vita. Vissuta in parte forse, o forse terminata prima ancora della dipartita. Forse qualcuno, un giorno, passando davanti al muro dell’ultima dimora, volgerà lo sguardo ad una tomba spoglia. Ne conosco qualcuno di anziani che, una volta al camposanto, danno uno sguardo alle sepolture, anche a quelle senza fiori e senza lumi. Soprattutto a quelle. E – anche se e solo per un attimo – in quello sguardo ci sarà comunque un po’ di vita a carezzare il marmo.

E sarà una carezza lieve. Seppure in un silenzio ormai di vetro. Ci si aggrappa sempre ad una piccola speranza. Per scelta, e qualche volta per destino. Sarà una carezza lieve. Anche per quell’uomo, con un amico solo a ricordarlo e nessun affetto a cui tornare.

N.C.

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