Cronaca

Sissa Trecasali, angherie a convivente,
una 38enne recidiva finisce in carcere

Questa volta la donna è stata portata in carcere a Reggio Emilia, poiché, nel frattempo a seguito delle continue violazioni delle prescrizioni impostele, le medesime le sono state revocate dal G.I.P. di Parma, su richiesta della Procura della Repubblica e sostituite con la misura detentiva della custodia cautelare

La Stazione Carabinieri di Sissa Trecasali è da tempo impegnata nel tutelare un uomo 38enne dalle continue vessazioni ed angherie di una donna di 38 anni che nel corso di un anno oltre a procurare al convivente oltre 100 gg di prognosi, gli ha reso particolarmente difficile il semplice espletamento delle ordinarie attività quotidiane. L’Autorità Giudiziaria, coordinando l’attività investigativa dei Carabinieri, al termine degli accertamenti, per interrompere la spirale di violenza di cui l’uomo era vittima, ha emesso a fine dicembre 2022 nei confronti della donna la misura cautelare personale dell’allontanamento dalla casa famiglia con il divieto di avvicinarsi, a meno di 500 metri, alla persona offesa.

Nelle successive verifiche svolte dai Carabinieri si accertava come la donna in realtà non si fosse mai allontanata dall’abitazione, anzi per impedire al convivente di avere rapporti con il mondo esterno, gli aveva addirittura manomesso il citofono, venendo arrestata e poi rimessa in libertà ripristinando la misura cautelare del divieto di avvicinamento.

Nella serata di ieri i Carabinieri di Sissa Trecasali, nel corso di un’ulteriore verifica del rispetto delle misure imposte alla donna, si portavano presso il domicilio dell’uomo, dove ancora una volta trovavano la convivente violenta, la quale visti i Carabinieri ha provato prima a nascondersi e poi a fuggire dal retro dell’abitazione, venendo immediatamente bloccata ed arrestata nella flagranza del reato. Questa volta però la stessa è stata portata in carcere a Reggio Emilia, poiché, nel frattempo a seguito delle continue violazioni delle prescrizioni impostele, le medesime le sono state revocate dal G.I.P. di Parma, su richiesta della Procura della Repubblica e sostituite con la misura detentiva della custodia cautelare.

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