Cremona, in cattedrale i funerali
del Cividalese Giovanni Borsella

La Cattedrale di Cremona gremita questa mattina per i funerali di Giovanni Borsella. Che si trattasse di un personaggio di grande fede ed elevata cultura lo si è capito dallo processione di sacerdoti entrati in Chiesa precedendo la bara di legno scuro ricoperta di fiori candidi.

Giovanni Borsella, germanista, grande cultore delle lettere e delle arti, ha dato molto anche al giornalismo: con l’amico don Alberto Franzini, a cui era legatissimo, aveva collaborato al settimanale “la Vita Cattolica”; ha scritto per “Mondo Padano” e per il quotidiano La Cronaca. Nei ricordi dei giovani redattori di quell’ultimo periodo, Giovanni – la Frankfurter Allgemeine Zeitung nella cartella – era una figura che poteva intimorire per la vasta cultura e la fermezza delle opinioni, ma con grande intelligenza sapeva mettere a proprio agio chiunque. Quella stessa intelligenza che gli faceva accettare anche qualche critica. “Tra i suoi temi di interesse – scrive il sito della Diocesi di Cremona – anche l’informazione religiosa raccontando la vita e le iniziative della Chiesa cremonese. Costante anche la sua presenza ai tanti momenti di formazione e approfondimento organizzati a livello diocesano in occasione della festa patronale dei giornalisti. Vicino al Movimento per la vita di Cremona, si impegnò anche nell’ambito politico, iniziato a fianco del senatore Ernesto Vercesi e proseguito sino all’esperienza con la maggioranza di DC-PCI con il sindaco Alfeo Garini”.

Il lunghissimo corteo di religiosi in paramenti bianchi e viola era chiuso dal Vescovo emerito della Diocesi, Monsignor Dante Lafranconi che ha officiato il rito. “Ho saputo dai famigliari – ha raccontato durante l’omelia il Vescovo – che negli ultimi giorni Giovanni aveva espresso il desiderio che la sua agonia trovasse un’accelerazione. Quasi volesse affrettare l’incontro con Dio”.

Poi è stato tutto un fiorire di ricordi e sensazioni accostate a riferimenti teologici ed espressioni di ammirazione per la sensibilità e la personalità di una persona di grande potenza culturale. Monsignor Lafranconi ha citato la costanza con cui il professor Borsella veniva in bicicletta per assistere alle Messe vespertine. “Mi diceva sempre di pregare per lui perché era un peccatore. Al che gli rispondevo che anch’io lo ero”.

Il Vescovo prendendo spunto dalle parole di Sant’Agostino ha ricordato la citazione del Santo il quale diceva che Gesù con gli occhi luminosi fissava quelli velati di pianto di chi era in procinto di incontrarlo. “Anche noi dobbiamo ricordare che gli occhi di Giovanni in questo momento stanno risplendendo della luce luminosa di chi ha trovato la beatitudine nella pace del Signore”.

Giovanni Borsella era originario di Cividale Mantovano e tra i primi banchi, oltre ai famigliari più stretti vi erano parenti e conoscenti giunti da Rivarolo e Cividale. Il periodico del Comune mantovano, la Lanterna, era il suo riferimento per mantenere i contatti con la terra d’origine trovandovi spesso spunti e riferimenti di storia locale che non mancava di suggerire agli amici giornalisti per interessanti approfondimenti.

Borsella era un carissimo amico dell’abate mitrato Alberto Franzini, con il quale, appena il tempo lo consentiva, si incontrava a Casalmaggiore (e poi a Cremona) per lunghissime chiacchierate su teologia, politica e società. Due uomini di profondissima cultura che ora si sono ritrovati dall’altra parte del cielo.

Al termine del rito la bara sopra il carro funebre è rimasta a lungo in sosta davanti al Duomo per consentire ai tantissimi conoscenti di stringere le mani e manifestare il profondo cordoglio ai congiunti del caro professor Giovanni Borsella prima della sua partenza verso il cimitero per la sepoltura.

Ros pis