Bozzolo, l'ultima cena (forse) da
chef Marini (con pochi apostoli)
Che si sia trattato veramente della conclusione di un felicissimo trittico gastronomico non è del tutto garantito. Anche perché sempre citando una battuta romanesca si dice che “sabato trippa ma giovedi gnocchi”

Non c’è trippa per gatti recita un popolare detto in uso tra gli abitanti di Roma per dire che non c’è più niente da fare e non ci sono alternative. Ma potrebbe essere anche il significato dell’ultimo incontro avvenuto sere fa tra gli ormai famosi amici di Bozzolo che hanno scelto di sfruttare l’abilità culinaria di uno di loro per magnifiche conviviali. Serate caserecce passate alla storia senza tema di smentita sia per l’originalità e la bontà delle portate proposte sia per la pubblicità che gli eventi hanno sollevato a livello di diffusione mediatica. Forse anche per questo si è deciso di sospenderne la consuetudine anche per evitare che la ripetizione del rito sollevasse gelosie e proteste da parte degli esclusi e degli appartenenti alla sfortunata categoria di chi non ama la carne. Ma la trippa in questo caso era anche il piatto scelto da Emilio Marini per salutare i compagni di merenda (in questa occasione diventati cinque per l’aggiunta di un nuovo commensale). Una cena in casa che ha ancora una volta suscitato l’approvazione dei partecipanti con espressioni di autentico tripudio nonostante l’inventiva di Emilio tra i fornelli della sua cucina sia ormai diventata storia e leggenda. Dopo il profumatissimo risotto della prima conviviale con la successiva versione con le verze, il cotechino e la lepre presentati quindici giorni dopo alla fine si è giunti a questo straordinario piatto di trippa preparato in maniera tale dal trasformarlo dalle frattaglie dello stomaco bovino che erano in un autentico raffinatissimo piatto stellato. Un’ultima cena che si inserisce perfettamente nell’atmosfera pasquale anche se non proprio in quella del digiuno quaresimale. Eh si perché Emilio Marini oltre alla trippa ha proposto interminabili scaglie di parmigiano, tra due versioni di budino tiepido e fette di pandoro tiepido. Terminando con l’indispensabile caffè e bargnolino. Con l’immancabile omaggio personalizzato offerto da Jim Graziano Maglia, un altro personaggio per cui l’amicizia e la generosità sono parti integranti del carattere. A cui si sono aggiunte le note romantiche di un indimenticabile brano dei Procol Harum suonato alla tastiera da un nostalgico musicista. Che si sia trattato veramente della conclusione di un felicissimo trittico gastronomico non è del tutto garantito. Anche perché sempre citando una battuta romanesca si dice che “sabato trippa ma giovedi gnocchi”.
Ros Pis