Cronaca

Nel vivo processo per stupro di
Capodanno: difesa a Carlo Pellegri

Nella giornata di giovedì è stata sentita la teste chiave, ossia una ragazza che ha filmato anche l’inizio dell’aggressione, oltre ad altri ragazzi presenti e amici della vittima. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

La prima sentenza è prevista per il prossimo 13 aprile, ma è entrato nel vivo il processo per violenza sessuale a carico di tre ragazzi in riferimento ai fatti avvenuti nella notte di Capodanno 2022 a Milano, in piazza Duomo. Un processo che, mediaticamente, gode dell’attenzione di una platea nazionale e che, per quanto riguarda la difesa di una delle vittime, vede anche il coinvolgimento di Carlo Pellegri, avvocato di Casalmaggiore.

Nella giornata di giovedì è stata sentita la teste chiave, ossia una ragazza che ha filmato anche l’inizio dell’aggressione, oltre ad altri ragazzi presenti e amici della vittima. La Pm Alessia Menegazzo ha chiesto 4 anni e 6 anni rispettivamente per Adbel Fatah, 18 anni, e Adbelrahman Ibrahim, 19 anni, i due che hanno chiesto il rito abbreviato con la sentenza fissata all’11 maggio. Il terzo imputato è invece il 21enne Adballah Bouguedra e qui, nonostante si tratti di rito ordinario, la sentenza arriverà prima, ossia il 13 aprile appunto, quando la Pm formulerà anche le richieste di condanna.

“Mi sono avvicinata pensando ci fosse una rissa, ho iniziato a girare le immagini pensando ci fosse una rissa – ha spiegato la giovane, considerata testa chiave del processo – poi ho visto la ragazza per terra, le avevano tolto tutti i vestiti e abusavano di lei”. E ancora: “La sballottavano da un posto all’altro durante l’aggressione. Quando ho finito di fare quel video mi sono buttata dentro per cercare con le braccia di farle scudo, ma non ce l’ho fatta”.

Bouguedra, dal canto suo, ha detto che due ragazze, tra cui la vittima difesa da Pellegri, erano entrate spontaneamente in mezzo al gruppo di almeno 30 persone, il cosiddetto “branco” e ha spiegato che, se le telecamere di piazza Duomo fossero state in funzione, lo avrebbero potuto facilmente scagionare.

Una difesa che non ha però convinto la Pm, che ha parlato esplicitamente di “forza intimidatrice del branco” e di “vittime senza alcuna via di fuga”, mentre altri testimoni hanno detto di avere paura di ritorsioni per le loro testimonianze in tribunale. Uno dei testimoni ha detto di essersi rotto un dito per provare a tirare fuori l’amica dal branco. Testimonianze che lo stesso avvocato Pellegri ha definito toccanti e in parte scioccanti.

Giovanni Gardani

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