Cultura

Ricorrenze: Il Piccolo Principe a
80 anni dalla prima pubblicazione

Ancora oggi a distanza di 80 anni, le interpretazioni che suscita e le riflessioni che muove sono davvero molte, sociali, esistenziali, spirituali ma forse il messaggio che Antoine de Saint-Exupery voleva lasciare col suo racconto, rimane celato tra le righe di questa favola e nelle parole: “L’essenziale è invisibile agli occhi”

I grandi non capiscono mai niente da soli, ed è faticoso, per i bambini, star sempre lì a dar loro spiegazioni

Il 6 aprile 1943, la casa editrice americana Reynal & Hitchcock pubblica il racconto di uno scrittore e aviatore francese dal titolo The little prince, destinato a diventare uno dei libri più letti e tradotti al mondo. Le petit prince venne pubblicato in Francia da Gallimard solo due anni più tardi, nel 1945 illustrato da una serie di acquerelli, opera dello stesso autore.

Ancora oggi a distanza di 80 anni, le interpretazioni che suscita e le riflessioni che muove sono davvero molte, sociali, esistenziali, spirituali ma forse il messaggio che Antoine de Saint-Exupery voleva lasciare col suo racconto, rimane celato tra le righe di questa favola e nelle parole: “L’essenziale è invisibile agli occhi”.

Sotto forma di opera letteraria per ragazzi, affronta temi come il senso della vita, il significato dell’amore e dell’amicizia, l’età adulta, la responsabilità, la verità, il viaggio e il rapporto grandi / piccini attraverso gi incontri stravaganti che un piccolo principe fa, girovagando da un pianeta all’altro.

Ciascuno di questi incontri può essere interpretato come un’allegoria degli stereotipi della società poiché ogni personaggio ha in sé una caratteristica che lo rende specchio delle storture di un mondo, all’epoca in guerra, ancora attuali. Un pilota disilluso, che da bambino amava disegnare (come l’autore), e un bambino in abiti da principe, originario di un asteroide sconosciuto, si incontrano nel deserto e, affrontando insieme un percorso di crescita, diventano amici.

La saggezza pura, fresca, incontaminata e carica di fantasia del piccolo principe si contrappone a quella del pilota, cioè degli adulti, che al contrario, hanno perso la loro originaria autenticità e guardano il mondo, con i pregiudizi, le disillusioni e l’apatia tipiche di una società annichilente, senza il filtro del cuore, perdendo di vista i valori e le pulsioni essenziali.

Il piccolo principe incontra strani personaggi, tutti adulti egocentrici e materialisti, ormai lontani dal significato profondo dell’esistenza: un re, un uomo vanitoso, un ubriacone, un uomo d’affari, un lampionaio, un geografo, un controllore delle ferrovie, un commesso.

Queste persone, a differenza della saggia volpe e dell’arguto serpente anch’essi incontrati per via, vivono sole e le loro vite sono assorbite dai rispettivi mestieri e tormentoni. Il principe non capisce il modo di ragionare dei personaggi, di conseguenza del mondo degli adulti, è disturbato dal loro narcisismo e rimane attonito davanti alla loro brama di possedere tutto; prova un po’ di simpatia solo per il lampionaio, che si rivela essere più vero degli altri, meno egoista e che gli suggerisce di visitare il pianeta terra dove incontrerà il pilota.

Dopo otto giorni passati nel deserto, il pilota di aerei e il piccolo principe partono in cerca di un pozzo; durante il tragitto la loro amicizia si intensifica mentre il viaggio e la ricerca dell’acqua divengono metafora di un percorso e di una crescita interiore alla scoperta del mondo, della natura, di sé stessi e del senso dell’esistenza.

La fiaba ci invita ad aprire il nostro cuore, a percepire e sentire le emozioni che vanno aldilà della mente e dei suoi ragionamenti, a tornare ad essere avidi di curiosità e scoperta come quando eravamo bambini. Questo non significa avere nostalgia del passato o rinnegare gli sforzi quotidiani come il lavoro o altri aspetti materialistici, ma si deve fare in modo che essi non ci assorbano completamente fermando un pò il tempo per dare spazio alla nostra immaginazione.

Godere di ciò che ci circondava, della natura, degli animali, dei giochi con gli amici, dell’amore per qualcuno, che diventa unico e prezioso come la rosa del principe, a questo auspica l’autore. LE PETIT PRINCE costituisce una sorta di educazione sentimentale, un messaggio di tolleranza ed accettazione, di riscoperta del valore dei sentimenti e dei legami affettivi, motivo per cui questa favola andrebbe riletta più volte nel corso della vita, un promemoria di ciò che è realmente importante ma che, Dio solo sa perché, nell’arco della vita tendiamo a dimenticare.

Siamo tutti piloti col cuore di bambino, tutti abbiamo una rosa da amare, tutti bisognosi di un amico, di un piccolo principe con cui finalmente tornare a guardare la vita con sguardo irrazionale, a guardarla col cuore. E quando quell’amico non sarà con noi ci basterà volgere lo sguardo alle stelle per ritrovarvi il suo sorriso.

Giovanna Anversa

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