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Mamoiada a Roccabianca: un
po' di Barbagia nel parmense

Il rituale inizierà appunto alle 19.30 quando i protagonisti indosseranno gli abiti tipici, con la vestizione che avverrà nella Rocca di Roccabianca e qui Mamuthones e Issohadores uniranno i loro destini

Dalla Barbagia alle rive del Grande fiume per uno spettacolo tutto da gustare, osservare e conoscere. Sabato sera, 15 aprile, alle 19.30, il Castello di Roccabianca sarà invaso dall’atmosfera sarda attraverso la manifestazione “Mamoiada a Roccabianca – L’isola nell’isola”. Mamoiada (Nuoro) è un borgo antico della Sardegna, nella zona della Barbagia, che vive delle sue tradizioni più arcaiche. Qui la popolazione è protagonista di una tradizione che potrebbe risalire fino all’epoca nuragica. Si tratta di Mamoiada, famosa per due maschere tra le più importanti della tradizione sarda: su mamuthone e s’issohadore. Tutto inizia il 17 gennaio, giorno in cui nei vari rioni del paese vengono accesi dei grandi fuochi per la festa di Sant’Antonio Abate, antica usanza che si rinnova ogni anno anche in terra lombarda e, in forma minore, anche in quella emiliana. Prima dell’avvento del cristianesimo questa giornata era dedicata alla celebrazione propiziatoria della fertilità, ma la Chiesa cattolica tentò di cristianizzare ogni tipo di culto considerato pagano. Ma chi sono i mamuthones e gli issohadores? Non si conoscono le origini di queste due figure, poiché talmente antiche che la prima fonte scritta risale solo al 1951, e tutto ciò che conosciamo è stato tramandato oralmente. Certo è che come non può esistere bene senza male, giorno senza notte, non può esistere mamuthone senza issohadore. Il mamuthone è una figura scura, vestita con giacca e pantaloni in velluto coperti con pelle nera di pecora, scarponi da pastore, un copricapo maschile (su bonette) a sua volta coperto da un fazzoletto femminile (su muncadore) che si annoda sotto il mento. Il volto è nascosto da una maschera lignea nera, dall’espressione imbronciata ed enigmatica, e sulle spalle portano la cosiddetta carriga, ovvero dei campanacci dal peso di 30kg posti in ordine decrescente. Al contrario, l’issohadore è una figura più serena e leggera, caratterizzata dai colori bianco, rosso e nero, completando l’abbigliamento con uno scialle femminile triangolare che viene annodato sui fianchi, un copricapo, una maschera bianca e dei sonagli d’ottone.Danzano in gruppi di 8 issohadores e 12 mamuthones, e gli issohadores, che si muovono più liberamente, circondano i mamuthones, che sono disposti in due file parallele. I loro movimenti non sono casuali, ma si tratta di una danza ritmica, cadenzata dal suono dei campanacci e dal battito dei piedi sulla terra, come a volerla risvegliare da un lungo inverno e con l’intento di scacciare il male. Nel frattempo gli issohadores con una corda di giunco (la soha) cercano di acchiappare passanti e amici per augurare loro ogni bene. È una tradizione talmente sentita che se si dovesse chiedere a un mamuthone cosa prova, risponderebbe che al calare della maschera sul viso ha la sensazione di essere un’altra persona, di sentirsi quasi come un’antica divinità. Esistono diverse teorie sull’origine di queste figure e una delle più accreditate è che siano il collegamento tra mondo dei vivi e mondo dei morti, e che proteggano dal male scacciandolo con il suono ritmico dei campanacci. Curioso è il fatto che i numeri 8 e 12 della formazione di ogni gruppo si possano anche collegare alla simbologia numerica. Infatti il numero 8 è un simbolo positivo di abbondanza e prosperità, mentre il 12 indica i mesi dell’anno. A questo punto viene difficile credere che mamuthone e issohadore possano essere classificate come maschere carnevalesche. Infatti, nonostante i diversi momenti storici che si sono susseguiti, questa tradizione arcaica continua ad esistere grazie al popolo mamoiadino che ne tiene viva la tradizione trasmettendola di padre in figlio, di nonno in nipote, attraverso i diversi artigiani di maschere e le associazioni presenti nel paese. Questa atmosfera unica e speciale sarà trasportata per un giorno al Castello di Roccabianca dando vita ad una contaminazione del tutto inedita, che potrebbe essere definita “sardo fluviale”. Il rituale inizierà appunto alle 19.30 quando i protagonisti indosseranno gli abiti tipici, con la vestizione che avverrà nella Rocca di Roccabianca e qui Mamuthones e Issohadores uniranno i loro destini. Una volta completata la vestizione inizierà la sfilata degli stessi Mamuthones e Issohadores ed il rituale entrerà nel vivo con un vero e proprio spettacolo. Nel corso della serata sarà anche possibile degustare i vini Mamoiada.

Eremita del Po, Paolo Panni

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