Dosolo: 25 aprile con i ragazzi
della scuola secondaria e la banda
La celebrazione è terminata con due canzoni suonate e cantate da un gruppo di ragazzi della scuola, guidati dal professore di musica, Marino Cavalca e dalla professoressa Aliati Roberta che ha selezionato le testimonianze lette dai ragazzi
I ragazzi della scuola secondaria di Dosolo, insieme al Sindaco, Pietro Bortolotti , al parroco, Don Angelo Ruffini, e al Sindaco del Consiglio dei ragazzi della scuola di Dosolo, Maria Eduarda Brito Caires Anselmi, accompagnati dalla banda locale, hanno ricordato alla cittadinanza l’importanza della festa del 25 aprile, festa della “Liberazione” dalla guerra e dalla dittatura. Tutti insieme, in silenzio, lungo le vie del paese e presso i monumenti locali per dire no alla guerra e si alla pace, no alla dittatura e si alla democrazia.
Il ricordo deve essere coltivato dalle giovani generazioni, ha detto il Sindaco, perché non si cada nella tentazione della guerra. Avevamo creduto che non ci sarebbero più state guerre in questa Europa dopo quel 1945, eppure il conflitto in Ucraina richiama la nostra attenzione e ci invita a professare il nostro impegno contro la guerra. Quello del Sindaco è stato un vero e proprio richiamo all’impegno per la pace, nel ricordo del passato.
La banda ci ha accompagnato, invitandoci al silenzio e alla partecipazione commossa alla celebrazione. Don Angelo ha invocato e pregato per chi è morto a causa della guerra.
I ragazzi della scuola secondaria di Dosolo hanno letto alcune testimonianze delle donne di questi nostri paesi che ci parlano della guerra vista con gli occhi e il cuore delle donne e dei vecchi, una guerra vissuta, nella maggior parte dei casi, in paese, mentre i mariti, i padri, i fidanzati o i fratelli erano a fare il soldato in giro per il mondo: in Russia, in Austria, in Africa o al confine italiano. Le donne e gli anziani, nelle loro case, avevano vissuto una guerra silenziosa e piena di apprensione.
Le testimonianze sono state raccolte una ventina di anni fa. Ora la maggior parte di queste donne, allora per lo più ragazze, sono morte, ma molti di noi le ricordano. Le testimonianze ci hanno rivelato la forza d’animo e la volontà di sopravvivenza, per se stesse e per i propri figli. In alcuni racconti è illustrato il periodo della liberazione (il 23-24 e 25 aprile del 1945), della fine della guerra, l’evento tanto atteso, il tempo delle grandi emozioni.
Ciò che traspare dalle testimonianze è una grossa solidarietà tra le famiglie. Ci si riuniva nelle case per sentirsi più forti, nel caso in cui i fatti fossero volti al peggio. Emerge il fuggi fuggi dei soldati tedeschi, la confusione, lo smarrimento della gente che non comprendeva esattamente il succedersi degli eventi storici ma anche il vicino inasprirsi dei bombardamenti: paura, speranza, attesa si mescolavano. La bandiera bianca (un lenzuolo bianco) dispiegato in cima alla torre del paese, dopo la partenza dei soldati tedeschi, ricorre in più testimonianze: un segnale di pace, con il quale erano stati informati gli alleati che i tedeschi se ne erano andati, che aveva evitato il bombardamento del paese.
La celebrazione è terminata con due canzoni suonate e cantate da un gruppo di ragazzi della scuola, guidati dal professore di musica, Marino Cavalca e dalla professoressa Aliati Roberta che ha selezionato le testimonianze lette dai ragazzi.
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