Solidarietà

Sentinelle sulle Mura a Oulx
100 paia di scarponi ai migranti

Perché nessuno dovrebbe chiedere un permesso per stare al mondo, costruire ed avere sogni. Nessuno, neppure chi viaggia in cerca di un orizzonte possibile. GUARDA IL VIDEO

Sono figli di questa terra, ragazzi in genere che attraversano l’Italia per approdare in Francia, sognando una nuova vita, o forse solo un futuro più sereno. Sono nati dall’altra parte della terra, quella più sfruttata, quella meno fortunata. Per questo migrano. Per nutrire almeno una speranza. Una soltanto. Approdano a Trieste, dopo aver attraversato la durissima rotta balcanica, in terre ostili, tra gente che non li vuole. Arrivano a Trieste e poi si spostano dall’altra parte, verso il confine francese, cercando di sfuggire alla gendarmerie che – Ventimiglia docet – non sempre ci va per il sottile. Sono senza permessi, senza carte d’accesso, di permanenza e di uscita. Qualcuno ce la fa. Qualcun altro muore.

E’ successo anche due giorni fa. All’arrivo di Alessandro Maroli ad Oulx, presso la comunità di don Luigi Chiampo, è il primo racconto che ha raccolto. Era solo un ragazzo. Solamente un ragazzo di cui non parlerà nessuno. Si era perso, lo hanno trovato esanime. E’ andato ancora una volta Alessandro Maroli con le sue Sentinelle sulle mura a portare scarpe e scarponi. A volte i ragazzi arrivano con calzari logori e ieri, mentre erano lì, ne è arrivato uno che i calzari non ce li aveva neppure. Il parroco di Bussoleno, presidente di Talità Kum e responsabile Migrantes della diocesi susina, che quei migranti li accoglie, li aiuta. E’ solo una delle numerose attività che – con i suoi volontari – porta avanti. “Un personaggio a metà tra don Milani e don Bosco” lo descrive Maroli. Alessandro aveva letto la sua storia, lo aveva contattato chiedendo cosa potesse servire e poi aveva raccolto. Era il 2021. Scarpe e scarponi. Ne ha portati un centinaio anche ieri.

Don Luigi Chiampo ricorda a noi più profani un altro prete che ha dedicato la vita ai migranti. Un prete di questa terra, per anni abate di Casalmaggiore e – a fine vita – esiliato in quel di Bozzolo. La stessa volontà di aiutare anche i fratelli lontani, la stessa capacità di mettere davanti l’uomo, la stessa ostinata volontà di vedere in una vita una possibilità. Non ha mai chiesto carte don Paolo Antonini. E di certo, chi passa da Oulx, non deve preoccuparsi di averne per avere un paio di scarpe, un piatto caldo.

E’ stata una giornata importante per le Sentinelle. Don Luigi si è fermato con loro, ha raccontato un poco della sua storia, un po’ del suo pensiero. Una lezione di vita perché poi è spesso così quando si decide, anche controvento, di fare qualcosa di buono. Si dà in parte, ed altro di importante si porta a casa. Si semina qualcosa, e qualcosa si raccoglie.

Cento ragazzi avranno una possibilità in più di farcela. Una speranza. E’ solo questo ciò che conta alla fine. L’aver dato una mano a qualcuno, senza saperne altro, senza chiedere nulla. Perché nessuno dovrebbe chiedere un permesso per stare al mondo, costruire ed avere sogni. Nessuno, neppure chi viaggia in cerca di un orizzonte possibile.

N.C.

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