Cronaca

Belli Franzini: “Spiace leggere
affermazioni contro l’Unione”

“Il tema di fondo, come più volte ribadito, sta nella capacità dei piccoli comuni come Torricella del Pizzo di sostenersi con le proprie risorse. Pertanto, è assolutamente scorretto continuare ad incolpare il Comune di Gussola oppure l’Unione che, vorrei ricordare, è composta in pari rappresentanza da amministratori di Gussola e di Torricella. Se oggi vi sono osservazioni, critiche, proposte ci si rivolga agli amministratori del Comune di Torricella del Pizzo”.

Il sindaco di Gussola, Stefano Belli Franzini, risponde alle affermazioni e considerazioni fatte nei giorni scorsi da Cristina Fadani, ex consigliere comunale di Torricella del Pizzo:

“Spiace continuare a leggere affermazioni contro l’Unione Terrae Fluminis. Ciò che spiace in particolare è che tali affermazioni non provengono da un cittadino che non ha mai fatto parte della pubblica amministrazione e quindi può non conoscere il funzionamento della macchina amministrativa degli enti locali, ma provengono da chi ha avuto per anni il ruolo di consigliere comunale e di consigliere dell’Unione nei seggi riservati alla minoranza.

Per dovere di corretta informazione spiego ai cittadini che il ruolo della minoranza consiliare ha come primo compito quello del controllo dell’attività dell’amministrazione e quindi l’analisi delle scelte nonché il suggerimento di proposte o correttivi.
Dunque, l’ex consigliere Fadani ha votato a favore per la creazione dell’Unione, così come ha votato a favore per tutte le convenzioni che regolano il funzionamento dei servizi gestiti dall’Unione. Se a suo parere alcune proposte fossero state sconvenienti per il proprio comune la stessa aveva il dovere di esprimersi nei modi, nei tempi e nelle sedi istituzionali a Lei riservate.

È doveroso rilevare che su 42 sedute del consiglio dell’Unione la Sig.ra Fadani ha presenziato solo 6 volte. Tanto a dimostrazione dello scarso interesse che la stessa ha riservato nei confronti delle progettualità, della gestione dei servizi e delle tematiche portate all’attenzione dell’Unione.

Quanto afferma in merito alla disparità di gestione delle risorse all’interno dell’Unione, ancora una volta conferma di non conoscerne il funzionamento. Le risorse dell’Unione sono quelle che i due comuni trasferiscono per la gestione dei rispettivi servizi, oltre a contribuzione straordinaria ed ordinaria trasferita dalla Regione o dallo Stato circa una media di 130.000 euro all’anno che servono appunto per la gestione dei servizi trasferiti e a far trasferire meno risorse ai comuni aderenti all’Unione. Quindi non vi è nessuna disparità di gestione, se non la differente presenza di servizi sui due comuni data dalla differente dimensione dei comuni stessi. Ovviamente molti servizi presenti sul territorio gussolese vanno anche a beneficio dei cittadini del comune di Torricella del Pizzo: scuole, impianti sportivi, asilo nido, tutte le attività svolte dagli sportelli comunali.

Il tema di fondo, come più volte ribadito, sta nella capacità dei piccoli comuni come Torricella del Pizzo di sostenersi con le proprie risorse. Pertanto, è assolutamente scorretto continuare ad incolpare il Comune di Gussola oppure l’Unione che, vorrei ricordare, è composta in pari rappresentanza da amministratori di Gussola e di Torricella. Se oggi vi sono osservazioni, critiche, proposte ci si rivolga agli amministratori del Comune di Torricella del Pizzo.

Ritornando al tema della Fusione, tralasciando tutte le falsità raccontate e le informazioni distorte, questa era l’unica soluzione che garantiva un miglioramento dei servizi, potenziamento del personale, sviluppo del territorio, delle comunità e delle proprie identità. Tutto ciò grazie ad una riorganizzazione della spesa ed anche grazie agli incentivi statali che al contrario di quanto qualcuno affermava negli incontri avvenuti a Torricella i contributi a vantaggio dei comuni fusi sono appena stati aumentati, da 10 anni a 15 anni.

Per Gussola e Torricella volevano dire 9.000.000 di euro, oltre a risparmi di spesa per circa 90.000 euro all’anno che diventano nei 15 anni 1.350.000 euro per un totale complessivo di 10.350.000 euro. Ed ora pongo io una domanda: è valsa davvero la pena rinunciare al progetto di fusione?”.

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