Cronaca

Dieci anni di MIA, sabato in piazza
Turati tempo di festa e di bilanci

Negli anni il Centro Antiviolenza ha accolto 350 donne e contemporaneamente ha investito tempo e risorse anche in ambito preventivo, di sensibilizzazione e formazione attraverso attività e progetti rivolti a scuole, rete interistituzionale e cittadinanza

Sabato 7 in piazza Turati il centro antiviolenza MIA-Movimento Incontro Ascolto celebra dieci anni di impegno e lavoro a favore delle donne che subiscono violenza e lo fa con un programma ricco. Alle 17.00 apertura a cura dell’associazione, a seguire la presentazione del libro Noi c’eravamo. Il senso di fare attivismo di Irene Facheris formatrice, scrittrice, attivista e presidente di @bossyitaly, comunità di divulgazione e proposte d’azione su temi quali stereotipi di genere, sessismo, femminismo e diritti LGBTQ+, e l’intervento di Marina Cosi, giornalista con un passato da attivista e ora vicepresidente di GIULIA (Giornaliste Unite Libere e Autonome), associazione che si batte per l’utilizzo di un linguaggio libero da stereotipi e per le pari opportunità nel mondo del giornalismo; la serata continuerà con la musica live di Le Ricilette e il Dj Set con Musichette da Bertuccia.

Tempo di festeggiare, di essere fiere della strada percorsa ma anche tempo di bilanci e di sommatorie. MIA nasce, undici anni or sono, dall’entusiasmo e dalla determinazione di un piccolo gruppo di donne, diventate successivamente socie fondatrici di MIA. Oggi, a dieci anni di distanza, MIA è un centro antiviolenza riconosciuto a livello nazionale, regionale e provinciale.

MIA si sviluppa negli anni grazie al lavoro, alla determinazione, alla continua formazione di donne volontarie e operatrici professionali che rispondono a un bisogno sempre più crescente in quanto direttamente proporzionale all’emersione del fenomeno. MIA lavora fianco a fianco con tutti i soggetti istituzionali, fa parte di una rete nazionale e regionale e opera su tutto il territorio OglioPo.

Negli anni il Centro Antiviolenza ha accolto 350 donne e contemporaneamente ha investito tempo e risorse anche in ambito preventivo, di sensibilizzazione e formazione attraverso attività e progetti rivolti a scuole, rete interistituzionale e cittadinanza. Precisamente MIA ha organizzato:

  • 20 attività di formazione
  • 12 convegni / eventi di sensibilizzazione
  • 14 incontri culturali
  • 17 spettacoli (teatro e rassegne cinematografiche)
  • 16 progetti/incontri per le scuole
  • 5 progetti specifici rivolti all’utenza, tra i quali il servizio di Gruppo di mutuo aiuto rivolto alle donne immigrate ospiti del progetto SAI del Comune di Piadena Drizzona

La soddisfazione dei risultati raggiunti non paga però del tutto. La crescita del Centro Antiviolenza negli anni è equivalsa alla crescita delle esigenze, della domanda, dell’obbligo di continua formazione, dell’attenzione alle normative e alla burocrazia, della ricerca di finanziamenti e della costruzione costante di progetti, attività per cui il solo volontariato, purtroppo non basta più.

“Servirebbe un approccio politico sistemico e non frammentario e disorganico come ora – spiegano le operatrici – abbiamo bisogno di un piano più strutturato che non ci costringa ogni anno ad arrancare e affannarsi per garantire la sostenibilità del servizio offerto. Il tema della violenza di genere è molto complesso ed è profondamente radicato nella nostra società, è un problema di TUTTI che necessita di continuo e faticoso lavoro su più fronti; per questo abbiamo bisogno di una risposta che sia adeguata e puntuale anche da parte della politica”.

Non è facile seguire una donna che subisce violenza, implica un iter delicato e spesso lungo che prevede molteplici variabili e che cambia di caso in caso, è una messa in campo di forze fisiche, mentali ed emotive. Se le donne del nostro territorio hanno a disposizione uno spazio fisico e relazionale, sicuro e tutelante, è grazie alla sensibilità di un gruppo di donne che da dieci anni non mollano e che si spera, continueranno ad essere sostenute in una lotta purtroppo ancora gigantesca.

Giovanna Anversa

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