Sanfelice Viadana, il viaggio
premio in Croazia e Slovenia
Perché sono convinto che io e tutti gli altri porteremo sempre nel cuore questi 5 giorni meravigliosi passati in due paesi bellissimi, e nonostante il male alle gambe e la stanchezza lo rifarei altre 5 se non 10 volte"

Un posto fantastico dove tutto è in salita ed odiano le vocali…
La prima settimana di ottobre sessanta alunni e sei professori di due scuole, l’Istituto Sanfelice di Viadana ed il Mantegna di Mantova, sono partiti per un viaggio premio per i meriti scolastici di cinque giorni con destinazione Slovenia e Croazia. In quanto uno di quei sessanta, ho deciso di scrivere un piccolo resoconto del viaggio.
“Partire per un viaggio premio scolastico è un esperienza molto interessante, che probabilmente non puoi fare per due anni di fila perché parti la prima settimana di ottobre, quindi nel mentre che te sei a divertirti i professori fanno soffrire i tuoi compagni e programmano tutte le interrogazioni possibili, quindi quando torni sei già tremendamente indietro.
Però per passare una settimana in vacanza è una cosa che accetti.
Come accetti il trauma delle sveglie alle 6 del mattino ogni giorno. Il sonno perso sarà un problema a cui penseremo dopo, probabilmente sul pullman, dove per una settimana si dorme nelle posizioni più scomode conosciute dall’essere umano e quando ti svegli il tuo collo è completamente bloccato, ma almeno hai dormito.
E quindi siamo partiti una mattina per andare 5 giorni in Croazia ed in Slovenia. Ero già stato in Croazia una volta, ma avevo qualcosa come 7 anni e mi ricordo solo una foto fatta con la maglia di Benko, centravanti dell’HNK Rijeka, quindi eri felice di tornarci. In più non avevo mai visitato la Slovenia, quindi ero molto felice della partenza.
Conoscevo letteralmente tre persone prima della partenza, ma non avendo troppi problemi a socializzare non avevo paura. Il viaggio verso la Slovenia è abbastanza tranquillo, fino al momento in cui sul telefono di tutti noi si presenta un messaggio che recita:”Benvenuto in Slovenia”. La prospettiva di ritrovarsi ad un certo punto della vacanza senza giga in un paese straniero non è molto bella, quindi una buona parte di noi si chiede cosa fare.
Io, dopo un breve confronto con la casa base, decido saggiamente di mettere il telefono in modalità aereo.
Prima fermata: Castello di Predjama. Un castello medievale costruito all’interno di una grotta carsica, che era il rifugio del cavaliere Erasmo di Lueg, un Barone dell’Impero di Federico III d’Asburgo che nel tempo libero, per sopravvivere ai tediosi pomeriggi medievali, si dava al brigantaggio.
Personaggio semi-leggendario. Molto bello, è un posto veramente suggestivo con una storia affascinante, poi se mi vengono a parlare di Medioevo il mio Alessandro Barbero interiore è sempre felice.
Nella stessa giornata visita alle grotte di Postumia. Lo spettacolo naturalistico che puoi ammirare all’interno è qualcosa di meraviglioso, le costruzioni di stalattiti e stalagmiti formatesi nel corso degli anni sono qualcosa di fuori dal comune.
E poi ci sono i protei. Per chi non lo sapesse sono dei piccoli rettili anfibi adattatisi alla vita nelle grotte. Le loro teste senza occhi sono affascinanti e di certo ti colpiscono, quantomeno per la diversità che la natura è in grado di creare. Ammetto che la tentazione di prendere un proteo di peluche è stata alta.
Finita anche questa visita si entra finalmente in croazia per il primo pernottamento in hotel, in una bellissima struttura a ridosso del mare, da cui la mattina dopo partiamo per la seconda destinazione: l’isola di Krk. Tralasciando il nome impronunciabile, l’isola è probabilmente la cosa più bella che ho visto durante la vacanza. I paesini sono suggestivi, con piccoli anfratti e viuzze in cui perdersi, anche se miracolosamente nessuno si è perso. Inoltre è pieno di posti carini dove mangiare, quindi di sicuro la mattinata non è andata male.
Al pomeriggio invece ci siamo spostati in un’altra zona dell’isola, dove si trova un percorso, il Sentiero del Paradiso, una lunga camminata costiera in mezzo alla natura. Un po’ troppo lunga se chiedete alle nostre gambe alla fine della camminata, ma non per questo meno bella.
Ma la sofferenza per le nostre gambe non era finita, perché siamo stati al Parco Nazionale dei laghi di Plitvice. Un paesaggio naturalistico meraviglioso, con laghi, cascate, montagne di origine carsica, pesci ed anatre. Un unico problema: 8 chilometri, che sembravano interminabili. E tra l’altro praticamente tutti in salita. I miei occhi erano appagati dalla vista, ma le mie gambe non erano altrettanto felici.
A fine giornata siamo finalmente arrivati alla metà del viaggio che attendevo di più: Zagabria.
La capitale della Croazia è una città fantastica, bellissima e con molti spazi verdi (ad esempio il giardino botanico) e molti luoghi di interesse tra piazze, mercatini e statue. A proposito di statue, ho obbligato i miei amici a vedere la statua di Drazen Petrovic, dato che da fanatico del basket non potevo non andarci.
Fatta anche l’obbligatoria raccolta di souvenir, abbiamo archiviato la parentesi croata e ci siamo preparati all’ultima notte lontano da casa. Le serate erano tranquille. Carte, un po’ di cibo, poca tv perché tanto non si capisce niente e tante chiacchiere su scuola, musica, sport ed in generale tutte le nostre passioni.
Abbiamo abbandonato anche il secondo hotel per rientrare, ma prima c’era un’altra capitale da visitare: Lubiana. La capitale della Slovenia è più piccola di Zagabria, ma mantiene la sua dose di fascino grazie ai bellissimi ponti ed un architettura varia e di valore. Peccato solo capitarci durante un corteo di protesta, ma per fortuna non ci sono stati problemi. Tra l’altro, sotto consiglio di un professore che era già stato qui precedentemente, siamo andati ad assaggiare il Burek, uno street food tipico dei Balcani che ha vinto a mani basse il premio di miglior pasto della vacanza.
E quindi siamo tornati. La felicità nel ritornare ad usare i propri giga senza timori e nel sentire la gente parlare una lingua che capisci ha solo in parte mitigato la tristezza per la fine questa esperienza. Perché sono convinto che io e tutti gli altri porteremo sempre nel cuore questi 5 giorni meravigliosi passati in due paesi bellissimi, e nonostante il male alle gambe e la stanchezza lo rifarei altre 5 se non 10 volte”.
Lorenzo Condina