Cronaca

Organi dimenticati, quella musica
celestiale che ha bisogno di aiuto

Per un restauro, che “parla” cremonese (così come avvenuto appunto per l’organo della cattedrale di Fidenza) c’è un patrimonio organario, nella Bassa Emiliana, pressoché dimenticato, o comunque avvolto dall’oblio, che rischia di andare disperso

Un recupero storico e culturale, nel solco della fede, che parla cremonese. E’ quello che ha interessato il monumentale, settecentesco organo Serassi della chiesa collegiata di san Giovanni Battista in Pieveottoville. Restauro durato quattro anni, realizzato a regola d’arte dalla ditta Giani Casa d’Organi di Corte dè Frati (Cremona) e presentato pochi giorni fa, in occasione della cerimonia inaugurale. L’organo è uno dei più prestigiosi del Parmense, e della diocesi di Fidenza, è tornato così al suo antico ed originario splendore, grazie appunto all’intervento di Giani Casa d’Organi che, sempre in questi anni, ha completato anche il restauro dell’organo della cattedrale di san Donnino martire in Fidenza.

Quello di Pieveottoville è uno strumento di straordinario valore. Fu commissionato ai fratelli Andrea, Luigi e Giuseppe Serassi nel 1789 dal parroco monsignor Giulio Cesare Bocelli, in sostituzione del precedente organo Tortona, realizzato nel 1682 che era ormai logorato oltre che di modeste dimensioni. Nel volgere di un anno il nuovo organo fu completato per una spesa di 15133 lire in moneta di Parma, cifra che comprendeva anche le opere in muratura che si erano rese necessarie per collocare il nuovo organo che venne inaugurato contemporaneamente alla cerimonia di consacrazione della nuova chiesa il 4 luglio 1790 presieduta dal vescovo monsignor Alessandro Garimberti insieme al capitolo della cattedrale fidentina e della collegiata di Pieveottoville ed alla presenza del Marchese Pallavicino di Roma.

Per trent’anni furono gli stessi Serassi ad occuparsi delle manutenzioni dell’organo e ci furono, in particolare, tre interventi: nel 1802 condotto da Giuseppe Serassi, nel 1811 ad opera di Carlo Serassi e nel 1820 realizzato da Carlo e Ferdinando Serassi. Ci furono non solo manutenzioni ordinarie ma anche modifiche alla disposizione fonica con ampliamenti e ammodernamenti del prezioso strumento. Nel 1874 ci fu poi un intervento di particolare importanza condotto da Gualtiero Anelli di Codogno con un radicale restauro ancora oggi testimoniato da una targhetta posta sopra le tastiere. In quell’occasione furono ricostruite la meccanica, le tastiere e la pedaliera e ci fu un ulteriore modifica della disposizione fonica.

Il milanese Natale Balbiani, nel 1911, intervenne quindi sui mantici costruendo un meccanismo a pompa: opera, questa, che si era resa forse necessaria a causa delle condizioni di usura dello strumento. Negli anni Trenta dello scorso secolo l’indimenticato parroco monsignor Carlo Azzolini lo dotò invece di elettroventilatore mentre nel 1960 ci fu una ulteriore manutenzione realizzata da Pasta di Cremona che non si limitò alla sola pulizia ma fece anche interventi invasivi modificando la fisionomia dello strumento: un intervento che, probabilmente, si era reso necessario sia per la non buone condizioni di conservazione del materiale fonico sostituito che per i rinnovati gusti musicali dell’epoca. Nuovi lavori di pulizia e manutenzione furono condotti negli anni 1973 e 1975 dalla ditta Tamburini di Crema.

Ed eccoci quindi arrivare ai giorni nostri ed esattamente al 2019 con l’avvio dei lavori di restauro affidati alla ditta Giani casa d’organi di Corte dè Frati. L’organo, che era in cattive condizioni di conservazione, è stato interamente smontato e l’intervento di restauro e sistemazione ha riguardato ogni più piccola parte. In particolare l’intervento realizzato ha permesso di capire, sulla base dei documenti conservati in archivio parrocchiale, e servendosi inoltre delle indicazioni scritte sulle componenti meccaniche, quale fosse la disposizione fonica originaria indirizzando così il restauro verso la conservazione della stratificazione ottocentesca di Anelli.

Nel corso dei lavori sono emerse le cattive condizioni di conservazione dell’organo, con parecchie canne corrose e pesantemente manomesse da maldestri tentativi di accordatura. Anche le guarnizioni erano fortemente logorate e non adempivano più al loro compito. Nel corso dei lavori sono anche state individuate le canne appartenenti al precedente organo Tortona che risultano essere, per altro, le canne di Principale dell’organo eco.

Un grande e scrupoloso lavoro, durato più di quattro anni, che si inserisce in una serie di importanti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della chiesa collegiata di san Giovanni Battista, avviati dal precedente parroco don Andrea Mazzola con la partecipazione attiva dell’intera comunità, e completati dall’attuale parroco don Benjamin Ayena. Opere che sono state finanziate grazie ai fondi dell’8 per mille, della Parrocchia e della Diocesi di Fidenza.

In particolare, per quanto riguarda l’organo Serassi di Pieveottoville il restauro è stato finanziato grazie al contributo dell’Otto per mille e alla generosità di Gabriella Corradi, Ida Ferri e Roberto Berzioli, don Andrea Mazzola, Graziella Moroni, degli amici di Dino Amici, della Fondazione Casa di riposo Santa Lucia e di tutte le famiglie che hanno donato. A tenere a battesimo il restaurato organo, col primo applauditissimo concerto, è stato il maestro Luigi Fontana alla presenza di un folto pubblico e di numerose autorità.

Tuttavia, per un restauro, che “parla” cremonese (così come avvenuto appunto per l’organo della cattedrale di Fidenza) c’è un patrimonio organario, nella Bassa Emiliana, pressoché dimenticato, o comunque avvolto dall’oblio, che rischia di andare disperso.

E’ un patrimonio anche cremonese, per il quale non si può che auspicare un recupero ma, purtroppo, i tempi che corrono non fanno essere particolarmente ottimisti. Da molti anni “tacciono” purtroppo gli organi di Zibello, di Polesine Parmense, di Santa Croce, di Ardola e di Fontanelle. Strumenti che hanno diversi e importanti legami con il cremonese. Per quanto riguarda la loro storia basta attingere alle ricerche storiche effettuate dal maestro Dino Rizzo di Busseto che ha svolto la catalogazione degli organi per la Soprintendenza di Parma e Piacenza nel 1992.

Lo ha fatto non solo con competenza e abnegazione ma anche, e soprattutto, con quella straordinaria esperienza e profonda passione con cui sta dedicando la sua vita alla musica e, in particolare, agli organi. Partendo dall’organo di Polesine, questo fu costruito da Cavalli Angelo di Lodi ed è databile verso la fine del 1800 (1883?); fu restaurato da A. Bavelli nel 1935; trasportato, riformato e ampliato da Pasta Armando di Lodi e Cremona nel 1957.

Da molti anni è in rovina, inutilizzato, confinato nella torre campanaria della chiesa che, per somma sfortuna (è proprio il caso di affermarlo) da oltre un anno è chiusa per inagibilità e, al momento, sembra essere lontano una sua riapertura (possibile solo dopo i necessari interventi di messa in sicurezza).

Stesso discorso per l’organo della chiesa parrocchiale di Zibello, costruito da Angelo Cavalli di Lodi nel 1866, rimaneggiato e trasportato nella prima metà del secolo (la collocazione originale era in cantoria prospiciente sul presbiterio molto probabilmente in “cornu evangelii”, infatti nella parete, attraverso l’intonaco, si nota il segno dei mattoni dell’arco), da decenni “confinato” sopra la ex sagrestia, del tutto inutilizzato.

Rimane invece in bella evidenza, ma del tutto inutilizzato da decenni, l’organo della chiesa parrocchiale di Santa Croce di Polesine Zibello. Organo costruito da C. Aletti e Figli di Monza nel 1888 riutilizzando in parte il materiale fonico dell’organo precedente acquistato nel 1837 dalla Cattedrale di San Donnino Martire di Fidenza; restaurato da Arnaldo Bavelli di Cremona nel 1937 e da “lui ripulito e in parte restaurato nel mese di agosto 1952”; Ad Ardola, altra frazione di Polesine Zibello, sopra il portale d’ingresso spicca, a sua volta inutilizzato, l’organo costruito da Cavalli Giuseppe di Piacenza nel 1904.

Discorso diverso per l’organo della chiesa di San Cristoforo in Vidalenzo, pesantemente rimaneggiato diversi decenni fa, ma ancora funzionante. Fu costruito da Andrea e Giuseppe Serassi nel 1786; oggi collocato sul pavimento in un vano ricavato nel muro di fondo della prima cappella a sinistra (detta di S.Giuseppe) in “cornu Evangeli”. Fino al 1960 era in cantoria, in presbiterio in “cornu Evangeli”; epoca in cui furono purtroppo vendute la cantoria e la cassa dell’organo.

Infine, per quanto riguarda Fontanelle, paese natale dello scrittore Giovannino Guareschi, il parmigiano Alberto Pizzi proprio in questi giorni ha lanciato il suo appello attraverso le colonne della “Gazzetta di Parma” ricordando che, come si legge nella scheda del Catalogo generale dei Beni culturali, rilevabile via web, l’organo della parrocchiale fu ideato dalla rinomata casa organi aria Inzoli di Crema. Fu costruito da Pacifico Inzoli nel 1881 e, come si legge ancora nella scheda, sarebbe urgente un restauro trattandosi di uno strumento di gran pregio. L’organo è ancora oggi in funzione, grazie soprattutto all’impegno del sagrestano del paese, ma un suo restauro sarebbe appunto da auspicare.

Purtroppo, come già scritto, non sono tempi semplici quelli che corrono. Le finanze spesso languono e tante sono le situazioni, a carico di beni architettonici e storici, che richiederebbero e richiedono interventi di restauro e di sistemazione. L’auspicio è che, come accaduto nel caso di Pieveottoville, privati (magari attraverso lasciti testamentari), enti e benefattori, possano farsi carico del recupero di questo patrimonio d’arte, di fede, di cultura e di storia che lega le due sponde del Grande fiume.

Eremita del Po, Paolo Panni

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