Martignana di Po: un comune
che cresce (pur nella criticità)
Tanto è stato fatto, tanto resta ancora da fare. E’ il destino di tanti comuni, ancor più stringente nei piccoli comuni. Martignana di Po cresce. Non in tutti i settori, non dal punto di vista commerciale, ma è una scommessa anche questa sulla quale puntare.
“Dopo aver vissuto gli anni drammatici della pandemia – scrive il sindaco Alessandro Gozzi che, con ogni probabilità resterà primo cittadino anche nella prossima tornata elettorale in un comune in cui la popolarità e la disponibilità, la buona amministrazione sono garanzia e comunque privo di un’opposizione in grado di presentare una lista alternativa – ora il mondo affronta ancora il dramma delle guerre. Sono soprattutto le popolazioni civili che pagano il prezzo più alto. Le piccole comunità come la nostra dovono continuare a portare solidarietà alle popolazioni coinvolte e ai popoli disperati che migrano per trovare una vita migliore…”.
Non sono solo parole: il Centro Italia, come l’Emilia. Le famiglie di Martignana colpite dalla crisi come gli immigrati (poco sopra il 10% al 31/12/2023). Alessandro Gozzi non ha mai avuto paura di prendere e in tanti casi partire per portare la propria testimonianza. Ma in questo ambito potremmo uscire di strada: il discorso iniziale partiva da altre considerazioni: ne riprendiamo le redini, per non lasciarcele scappare.
UN COMUNE CHE (PER TANTI VERSI) CRESCE – Nel 2009 i residenti nel comune a pochi chilometri da Casalmaggiore e dal terzo centro della provincia di Cremona aveva 1778 residenti. 14 anni dopo siamo a 2018: è ripresa dunque la crescita dopo gli anni della pandemia, e qualcosa si muove ancora nel mercato immobiliare. 1013 maschi, 1005 donne. 20 le nascite registrate l’anno scorso, 19 i decessi. 802 le famiglie presenti sul territorio. Tra gli stranieri le comunità più numerose sono quella Albanese (89), rumena (72), indiana (35).
BIBLIOTECA, SCUOLA, EVENTI, INIZIATIVE – Meritano un discorso a parte, e lo faremo nei prossimi giorni con i numeri: ma andando a ritroso sono tutti servizi in crescita. Servizi sui quali l’Amministrazione ha puntato parecchio. Dai bilanci in sofferenza alla rottura con l’unione con Gussola e Torricella, alla fatica della risalita di strada se ne è fatta. Oggi Martignana è un comune in più che discreta salute, capace di intercettare fondi, di ampliare, di crescere. Caace di guardare al futuro insomma, con un certo ottimismo. Certo sarebbe stato più semplice adattarsi: ma Martignana ha deciso di non starsene a guardare. L’amministrazione, pur priva di una qualunque opposizione organica in consiglio, è andata avanti a testa bassa.
LA RICCHEZZA – Una vasta golena, un approccio ambientale che fa di Martignana uno di quei comuni in cui comunque si può dire, ed a ragione, che l’ambiente non viene mai in terzo o quarto piano. Una ricchezza che potrebbe essere implementata con progetti specifici. Qualcuno è in via di realizzazione, altri sono nella testa degli amministratori che stanno cercando le risorse per realizzarli, e qualche opportunità in più esiste. Su qualche altro si punterà. Martignana offre a chi vi vive, ma anche a chi vi transità, un’infinita ricchezza: il fiume, le sue terre, la sua quiete, le sue sterrate: offre una parte di terra e di cielo che nel corso degli anni si è impoverita (e non per colpa delle amministrazioni). Ora la vera sfida è cercare di invertire la tendenza.
LA CRITICITA’ – L’analisi positiva non può celarsi però dietro a un dito: se il pubblico è cresciuto, tale non è stata la crescita del comune dal punto di vista commerciale. In questi anni il comune ha perso uno dei due alimentari, la rivendita dei giornali, cartoleria e tabacchi, la rivendita al dettaglio di frutta e verdura. Nessuna attività le ha sostituite. E’ il destino – si dirà – di tanti piccoli comuni di fronte al perdurare della crescita e della nascita di attività mediograndi a pochi chilometri di distanza. Ma è sempre e comunque un male per le comunità che spesso invecchiano più velocemente di quanto ringiovaniscano. Servirebbe proprio questo – tra le altre cose – trovare una strada per incentivare la nascita di nuove attività, sviluppare il commercio al dettaglio. Imprenditori giovani magari, capaci di trovare il bandolo della matassa, di impegnare tempo e risorse (magari con l’aiuto sostanziale di enti che possono farlo) per lo sviluppo della comunità. E’ verissimo che una comunità si sviluppa e resta stabile attraverso anche le scuole ed i servizi culturali e sociali, ma si sviluppa e resta stabile anche attraverso quello che offre concretamente per la comodità del cittadino.
La banca, le poste, la farmacia, qualche altra attività, le pizzerie, da asporto e stabili, i meccanici, l’estetista e poco altro: in un comune che vuole crescere ancora bisognerà pensare al da farsi. Nssuna strada è semplice, ma lo dice anche Alessandro Gozzi, pronto alla sfida del terzo mandato: “Nella convinzione che tanto è stato fatto per migliorare la qualità della vita ma tanto si può e si deve ancora fare…”
N.C.