Cronaca

Incendio doloso nel magazzino
del Duomo: "Poteva essere disastro"

Paura mercoledì mattina a Casalmaggiore, dove un incendio, che parrebbe di origine dolosa, è stato appiccato nella zona del magazzino della navata di sinistra del Duomo cittadino, una sorta di corridoio di servizio che passa dietro la cappelletta della Madonna. Un gesto sconsiderato da parte di anonimi sarebbe alla base di quanto accaduto.

Fortunatamente l’allarme è stato dato per tempo e le fiamme sono state spente in maniera tempestiva, evitando che l’incendio propagasse. Un vero e proprio pericolo scampato, tenendo conto che in quella zona si trova parecchio materiale in legno, col rischio che le fiamme potessero espandersi molto velocemente.

È in corso la quantificazione dei danni, ma all’incendio si aggiunge l’elemento del vandalismo, con alcune candele che sono state accese e posizionate per terra lungo la navata e una acquasantiera che è stata lanciata a terra, rompendosi in mille pezzi. “E’ andata bene, perché poteva essere un disastro – spiega don Arrigo Duranti -. In quel magazzino, infatti, si trovano alcune parti di legno, che sono poi la rimanenza del cantiere in corso di realizzazione per riqualificare la cupola del Duomo. E soprattutto lì vicino c’è il quadro elettrico che regola sia l’ascensore del cantiere, sia l’impianto interno di illuminazione. Se le fiamme avessero toccato il quadro elettrico, sarebbe finita molto male, senza dimenticare che anche parti dei muri portanti sono in legno”.

Ad appiccare l’incendio un lumino elettrico, che è stato infuocato e poi lanciato all’interno del magazzino: l’allarme è stato dato alle ore 11 di mercoledì quando un operaio al lavoro ha sentito un fumo acre e, guardando a terra (si trovava sull’ascensore), ha visto le fiamme. L’operaio ha dato l’allarme a don Arrigo e insieme i due hanno chiamato i Vigili del Fuoco, che sono intervenuti sul posto evitando il peggio.

Ora è caccia ai responsabili, con i Carabinieri di Casalmaggiore intervenuti sul posto assieme al sindaco Filippo Bongiovanni. “Ci sono le telecamere comunali che filmano il sagrato, dunque pensiamo che qualche movimento sospetto si possa intravedere, anche perché l’orario è abbastanza certo” spiega don Arrigo.

Giovanni Gardani (foto Alessandro Osti)

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