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A Quattrocase sabato il 3° Memorial
Tenca: dialetto protagonista

E’ il terzo anno che “Inventio” “Il Punto” e la Proloco di Casalmaggiore dedicano un incontro a Giampietro Tenca, poeta, scrittore, grande cultore di storia locale e soprattutto profondo conoscitore degli idiomi locali. Sarà un momento di riflessione sul nostro dialetto che coinvolge altri cultori, scrittori, poeti, narratori, cantanti.

Se è vero, com’è vero, che nei dialetti traspare maggiormente rispetto alla lingua ufficiale, la storia non solo recente, ma anche più antica delle singole comunità, allora il Memorial Giampietro Tenca è l’appello perché tale “identità” non vada dispersa ma ne venga divulgata la bellezza, la forza espressiva, la caratteristica.

Dal come uno si esprime nel  proprio dialetto immediatamente si identifica un territorio, dalla cadenza di un dialetto si può persino riconoscere un pese una piccola comunità, tante sono le variazioni in cui il dialetto si è manifestato e continua ancora oggi a  manifestarsi.

Un proverbio, recitato in dialetto oppure in italiano, se non cambia il senso, cambia però l’ambientazione, il “colore”, diventa depositario del sapere antico. E ne sappiamo qualche cosa aspirando Casalmaggiore e le sue frazioni a diventare il “paese dei proverbi” grazie alle targhe che li contengono e li tramandano.

E non possiamo dimenticare come alcune parole dialettali hanno il sapore d’antico quali reminiscenze di dominazioni, di passaggio di popoli stranieri quali ad esempio i francesi (anche se è stata la dominazione più breve) che ci hanno lasciato il “noeuv”o il “pom d’or” il pomodoro, oppure i tedeschi (meglio sarebbe dire gli austriaci) che invece ci hanno lasciato parole come “sghei” o gli spagnoli “ad rifa o ad rafa” senza ovviamente dimenticare le derivazioni dalla lingua latina o longobarda.(es: al scafàl). E di esempi ne potremmo fare tantissimi.

Il patrimonio scritto sul o in dialetto di tutto il nostro territorio (casalasco – viadanese) è enorme, si va da studi come quello di Andrea Bernini (Osservazioni sul dialetto casalasco) alla raccolta più recente di Amilcare Azzoni (Il dialetto di Casteldidone – terminologie che vanno scomparendo), o al Vocabolario del dialetto del Romani recentemente scoperto e riproposto, o “Ris e Fasöi” del Gardani, oppure “Al dialet di magiurén” del Cirani, al Dizionario del dialetto viadanese di Paola ed Alfio Lucchini,  ai lavori del Morandi da Piadena, ai vari libri di poesie come quelle del Giampietro Tenca o della Righi o del Chiesa, (di notevole valore i canti danteschi dell’inferno trascritti in dialetto) di Gilberto Boschesi o Cesare Ruggeri da San Martino dell’Argine, o del Prof. Boles, di raccolte come quelle di Tracisio Tizzi, le storie raccontate dallo Zanoni o la pubblicazione  di “scutmàj” del Tenca o del Luigi Cavatorta, alle commedie dialettali di vari autori come il Moggia, il Paroni, il Boldrini, di Piero Zaffanella, le canzoni (e non solo) di Pietro Borettini – Pedar di Viadana o quelle di Miro Lanzoni e solo per citarne alcuni, insomma una quantità di elaborazioni che meritano di essere non solo ricordate e conservate, ma anche riproposte per il loro valore culturale.

“Noi ci proviamo proponendo un incontro per sabato 28 settembre alle ore 17 a Villa Bonardi a Quattrocase racconti, poesie filastrocche, proverbi e canzoni. E tutto questo per ricordare un comune amico sempre presente alle nostre iniziative a Quattrocase” spiegano gli organizzatori.

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