Cronaca

Omicidio Campai, due mesi per
la verità sul cellulare del 17enne

Due mesi, presumibilmente, per avere la verità sull’omicidio di Maria Campai, consumato a Viadana nel garage di un 17enne del posto. Due mesi, quantomeno, per avere risposte ad alcune domande.

Nei giorni scorsi, infatti, è stata fatta una copia del telefonino e del computer del ragazzo, con il perito informatico nominato dalla Procura che si è preso 60 giorni di tempo per poter passare al setaccio il materiale utile all’indagine.

Un passaggio decisivo, anche secondo la difesa, quanto meno per capire se vi sia stata o meno premeditazione: controllare cellulare e computer del 17enne, infatti, significa prima di tutto verificare se lo stesso davvero avesse cercato come uccidere una persona a mani nude e se dunque avesse incontrato Maria già con l’intenzione di ucciderla.

Un’intenzione che andrebbe poi confermata chiaramente a processo, ma che nel frattempo può trovare una prima conferma o smentita. Da stabilire anche se l’incontro con Maria fosse il primo con una escort in quel garage: così è secondo gli inquirenti; non invece secondo la difesa. Anche questo punto dovrà trovare una risposta.

Sessanta giorni per la perizia informatica, novanta per l’esito dell’autopsia, anche se la Procura ha chiesto di accelerare i tempi: ecco perché è presumibile che in due mesi si possa avere qualche risposta.

Intanto il 17enne ha incontrato i genitori nel carcere del Beccaria di Milano: un permesso che è stato concesso al ragazzo una volta alla settimana. E a tal proposito la difesa intende chiedere un altro permesso, ossia che il 17enne, sempre al Beccaria, possa tornare ai suoi studi (frequenta la quarta superiore all’Istituto San Giovanni Bosco di Viadana).

Giovanni Gardani

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