Teatro, Micolo difende le scelte:
"Era svilente avere 50 persone"
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L’assessore alla Cultura di Casalmaggiore Marco Micolo ha difeso il suo operato sul Teatro, confermando il buon lavoro del direttore artistico Beppe Arena anche al di là dei numeri. Lo ha fatto in un clima non troppo teso, a dire il vero, e in una discussione contrassegnata da posizioni distanti ma anche da un certo fair play, in consiglio comunale.
Dei numeri già si era detto, con un incremento delle presenze e dunque degli introiti per 2.200 spettatori totali negli otto spettacoli stagionali. “Come entrate abbiamo avuto 60.152 euro tra abbonamenti, biglietti e sponsor e 15.000 euro per il solo 2024 di noleggio strutture. Come spese invece 35.000 euro per i dipendenti comunali, 23.000 euro per le utenze, 71.000 euro dei vari cachet, 4.000 euro di manutenzione, 8.500 euro per il direttore artistico”.
“Per quel che concerne lo spettacolo di fine anno e il corso di teatro tenuto dallo steso Arena – ha detto Micolo – si è tenuto da ottobre ad aprile ogni martedì alla Fastassa del Teatro e il 19 giugno è stato organizzato lo spettacolo di chiusura con un costo di 10 euro a biglietto, riscosso dal comune per 1.100 euro totali”.
Ma uno dei punti contestati dall’interrogazione portata avanti dal Gruppo Toscani e letta dal consigliere Luigi Borghesi, assiduo frequentatore del Teatro Comunale, è stata la nomina “in pectore” di Arena per altre tre stagioni precedente rispetto alla pubblicazione del bando.
“E’ stata una mia leggerezza – ha ammesso Micolo – della quale mi scuso, ma la linea resta quella. Semplicemente ho pensato alla strada dell’affidamento diretto, che però si può fare sulla singola persona e non sull’associazione, ossia il Centro Ricerca Teatrale diretto proprio da Arena. Quando si parla di associazioni o enti, è necessario passare dal bando e questo è stato fatto: ci sono state cinque associazioni partecipanti, alcune anche da Milano e da Firenze. Cinquanta punti su 100 del bando si legano agli obiettivi raggiunti, che passano pure dal sondaggio di gradimento somministrato agli utenti, che ha dato ottimi risultati”.
Micolo ha voluto ricordare che “il teatro non è solo intrattenimento, ma non è nemmeno solo riflessione. Abbiamo cercato un giusto mix e comunque non abbiamo fatto cabaret. La funzione sociale del Teatro è sia fare riflettere ma anche regalare attimi di spensieratezza e nella stagione abbiamo cercato di fare confluire il tutto”.
Poi una stoccata. “Ho visto in passato spettacoli di cosiddetto teatro sperimentale – ha detto Micolo – che hanno spesso ecceduto il limite della volgarità e dell’indecenza. E che spesso si trasformavano in comizi sul palco: se questo è il teatro sperimentale, finché sarò io assessore, non troverà spazio al Comunale. Ci tengo a dire che non è la cosiddetta svolta popolare a svilire il teatro, ma casomai lo era il fatto che vi fossero a volte soltanto 50 persone ad assistere agli spettacoli”.
Il sindaco Filippo Bongiovanni ha spiegato come il comune si sia preso un rischio, ma alla fine i risultati siano stati positivi. “Io vado sempre a teatro – ha detto Bongiovanni – e personalmente ho visto begli spettacoli, alcuni più leggeri, altri più impegnati e a loro modo provocatori. Dobbiamo anche ricordare come sia cambiato il mondo dopo il Covid e come non sia stato semplice ripartire, anche a livello di tematiche”.
Nella breve controreplica Borghesi ha invitato comunque ad alzare la qualità della stagione a cominciare dal cartellone 2025-2026, non accontentandosi soltanto di artisti che arrivano dalla tv e sono prestati al teatro e rispettando la storia del Teatro di Casalmaggiore, spesso al centro della critica anche nazionale.
Giovanni Gardani