Cronaca

"Coltivando il Terzo Paradiso":
Panguaneta al FAO MuNe di Roma

L'installazione al Museo FAO di Roma (Foto Fondazione Pistoletto)
Da sinistra Ciuffreda, Guardini e Pistoletto (Foto Fondazione Pistoletto)
Il legno di Panguaneta per l'opera “Coltivando Il Terzo Paradiso” al Museo FAO

Da una parte un’idea, la visione dell’artista Michelangelo Pistoletto, che si è trasformata in un’opera ideata da Cittadellarte-Fondazione Pistoletto con la collaborazione tecnico-progettuale di Guardini Ciuffreda Studio. Dall’altra, il contributo tecnico e materico di Panguaneta, azienda di Sabbioneta che opera nel settore dei compensati di alta gamma.

Una joint-venture che si è concretizzata in “Coltivando il Terzo Paradiso”, installazione presentata lo scorso 16 ottobre a Roma, in occasione dell’80° anniversario della FAO, della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2025 e dell’inaugurazione del FAO MuNe – Food and Agriculture Museum & Network. All’inaugurazione del primo museo FAO sono intervenuti, tra gli altri, il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e il Direttore Generale della FAO, Qu Dongyu.

In un contesto così importante, il Comprensorio Oglio Po è rappresentato da Panguaneta e da uno dei simboli dell’area: il pioppo, risorsa rinnovabile e frutto di una gestione responsabile del territorio, che diventa dunque materia viva di un progetto che unisce arte, natura e tecnologia. Una convergenza in linea con i valori di sostenibilità promossi e condivisi da Panguaneta.

Il cuore concettuale del polo culturale capitolino è nella sala Traditions and Innovations, sorta di agorà contemporanea in cui elementi fortemente interconnessi dialogano tra loro. Qui è stata collocata l’opera, composta da strati lignei ispirati ai paesaggi rurali terrazzati.

A fornire ispirazione è stato il Terzo Paradiso, simbolo ideato da Pistoletto, artista, scultore e pittore tra i principali esponenti del movimento dell’Arte Povera nato in Italia negli anni ’60, rappresentato da tre cerchi interconnessi: natura, artificio e umanità. Elementi che simboleggiano la ricerca di equilibrio tra i sistemi naturali e quelli costruiti dall’uomo. Una visione che si riflette in una contaminazione tra arte, scienza e industria sostenibile.

“L’opera – ricordano da Panguaneta – accoglie semi, materiali naturali e narrazioni visive, trasformandosi in uno spazio di incontro, ascolto e co-creazione”. Gli esiti di un lavoro d’insieme si riverberano in un’architettura che respira con le persone e cresce nel tempo, come la natura da cui trae origine. Da menzionare il gioco di luce che rende l’installazione ancora più dinamica: linee di luce attraversano la struttura, radici luminose come metafora di conoscenza, tessuto connettivo tra esseri viventi, tecnologia e natura.

Interpallata in merito al coinvolgimento di Panguaneta in un progetto così rilevante, Nicoletta Azzi, CEO dell’azienda di Sabbioneta, dichiara: “Siamo onorati che una materia prima come il pioppo, oggetto della nostra impresa, frutto della terra e lavorata dalla nostra azienda, sia trasformata da un’interpretazione artistica che prende vita nell’opera del Maestro Michelangelo Pistoletto grazie alla creatività dei progettisti Tiziano Guardini e Luigi Ciuffreda. L’arena che accoglie il pubblico nel nuovo spazio del Museo della FAO diventa così segno tangibile e permanente di creatività sostenibile e strumento di riflessione sui grandi temi al centro dell’Organizzazione Mondiale”.

Lorenzo Costa

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