Chiesa sull’Unione
del Po: “Si farà
o non si farà?”

Nella foto, Chiesa col gruppo che l’ha sostenuto nella passata campagna elettorale gussolese
GUSSOLA – Dopo il punto della situazione illustrato da Velleda Rivaroli, presidente dell’Unione Municipia, non sono venute a mancare le reazioni da parte dei sindaci o amministratori, che sarebbero interessato a entrare nella cosiddetta Unione del Po. “Finalmente una risposta, deludente ma pur sempre una risposta” spiega Marino Chiesa, ex sindaco di Gussola e primo cittadino proprio nel momento in cui per la prima volta si parlò di Unione del Po a sei comuni “. Ringrazio il sindaco Rivaroli per le precise considerazioni in merito all’Unione allargata. Viste le premesse, l’Unione si farà o non si farà? Sono mesi che come minoranza del comune di Gussola sollecitiamo tutti i comuni coinvolti ad incontrarci. Abbiamo presentato interrogazioni, abbiamo scritto a tutti i sindaci: risposte? Zero. L’unica disponibilità che abbiamo riscontrato recentemente è che il sindaco di Gussola, su nostra chiara, precisa, infinita volontà, si impegnerà a programmare un incontro tra tutte le maggioranze e minoranze dei sei comuni entro fine gennaio”.
“Dall’analisi del sindaco Rivaroli” prosegue Chiesa, che arriva ad attaccare al termine del ragionamento il sindaco di Gussola Stefano Belli Franzini “emerge chiaramente che fino ad ora sulla questione, tra le giunte dei paesi coinvolti, non si è mai verificato nessun confronto. Imperdonabile questo atteggiamento, oserei dire quasi offensivo, visto che ci è stato riferito dal nostro sindaco che le maggioranze delle varie amministrazioni stavano predisponendo atti e dati, utili per una seria riflessione. Evidentemente, e scusate la franchezza, erano “balle”. Mentre apprezzo il fatto – anche con una certa invidia – che Unione Municipia ha creduto e crede nella sua Unione, con tutti i benefici che riscontrerà, rimango allibito nel constatare che al contrario la nostra auspicata “Unione” allargata, oggi è pura utopia”.
“Mi ero impegnato ad aspettare a dichiarare questo mio stato d’animo” conclude poi Chiesa “ma nelle parole della mia cara amica Velleda, mi si perdoni, l’immobilismo delle nostre amministrazioni sulla questione è evidente, per cui supplico i miei cari colleghi amministratori di dare un segnale, una svolta. O si crede nel futuro della nostra area, ragionando in un’ottica di Unione o Fusione – ne vale la pena per la nostra sopravvivenza – o se le scelte sono altre ditelo apertamente. Le nostre comunità hanno il diritto di sapere quale politica si intende programmare per la salvaguardia dei servizi che ogni amministrazione deve garantire ai propri cittadini. Imperdonabile rimandare ancora, insensibile assoggettarsi ancora nella propria autonomia e rinchiudersi nel proprio mondo, nella propria casa”.
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