Cronaca

I quarant'anni della Legge 180: Franco Rotelli a Casalmaggiore il 30 giugno

La famosa legge 180, secondo Rotelli, non è stata mai attuata fino in fondo ma ha anche consentito passi avanti notevoli nel segno della civiltà: negli anni settanta c'erano ottantamila persone nei manicomi italiani.

Nella foto Rotelli e Trieste, patria della riforma

CASALMAGGIORE – Non poteva mancare nella sua Casalmaggiore, Franco Rotelli. Proprio nel 40esimo anniversario della riforma psichiatrica che chiuse per sempre gli istituti in tutta Italia e aprì una nuova frontiera della cura. Franco Rotelli, allievo, collaboratore ed erede di Franco Basaglia, principale autore di quella riforma, è stato invitato proprio a Casalmaggiore dai redattori del settimanale “Casalmaggiore”, dove compare una articolata intervista a Rotelli, e da Piero Del Giudice con la collaborazione del Caffè Centrale della famiglia Frassanito, che ospiterà l’evento, della Biblioteca Civica di Casalmaggiore e col patrocinio del Comune di Casalmaggiore.

L’evento si terrà sabato 30 giugno alle ore 18 ma è stato annunciato nelle scorse ore. “Franco Rotelli – si legge nella locandina di lancio pensata proprio da Del Giudice – è uno dei protagonisti della riforma psichiatrica italiana, uno dei giovani che negli anni 70 insieme a Franco Basaglia costruisce qualcosa di straordinario per l’Italia e per il mondo: chiudere i manicomi e cambiare completamente l’idea che si ha della psiche, della normalità e della malattia. Un salto culturale e sociale che, con tutti i limiti, è ancora vivo: «È – commenta Rotelli – una delle poche ondate di energia duratura del ‘ 68». Nel 2013 è stato eletto con il Pd nel consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. Per dieci anni è stato direttore generale dell’azienda sanitaria di Trieste, attualmente presiede la commissione Sanità e politiche sociali della Regione”.

La famosa legge 180, secondo Rotelli, non è stata mai attuata fino in fondo ma ha anche consentito passi avanti notevoli nel segno della civiltà: «Negli anni settanta c’erano ottantamila persone nei manicomi italiani. Oggi non più – ricorda proprio Rotelli – L’applicazione della legge 180 è stato (ed è ancora) un infinito processo di negoziazione di diritti concreti. Deboli diritti, di deboli persone». Sempre nella locandina di lancio si legge una frase d’amarcord, che intende focalizzare, in un pensiero dello stesso Rotelli, uno spaccato della vita e del rispetto della persona. «Quel poco che ho imparato della vita l’ho imparato nelle innumerevoli ore al bar da un vecchio salumiere, da qualche giovane operaio…Le diversità delle vite, di classe sociale, delle generazioni, delle appartenenze delle culture, delle arti e mestieri – di tutto un po’ – erano pura ricchezza, puro godimento nell’incontro, fraterna amicizia». Un’ispirazione anche per la Legge 180. Che, piace pensare, in parte è partita con la sua forza rivoluzionaria pure da Casalmaggiore.

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